Continua la riorganizzazione dei player televisivi tradizionali a fronte dell’offensiva sempre più insidiosa degli OTT. Abbiamo visto in un articolo precedente come Vincent Bolloré stia valutando l’acquisizione della quota di controllo della TV francese in chiaro M6. Il canale, ben posizionato alla LCN 6, fa gola a molti gruppi. Che, tuttavia, forse farebbero bene a studiare le motivazioni alla vendita di RTL.
La conferma ufficiale
L’agenzia di stampa Reuters ha confermato il 12 marzo che il gruppo RTL è alla ricerca di acquirenti per il proprio pacchetto di controllo dell’emittente M6. Motivazione addotta: “Creare valore per gli azionisti”.
La storia di M6
M6 inizia a trasmettere il 1° marzo 1987 sui canali precedentemente occupati da TV6. Il progetto nasce ad opera della Compagnie luxembourgeoise de Télédiffusion (CLT) già presente in Francia con la radio RTL e con RTL Television. Quest’ultima era un’evoluzione di Radio Tele Luxembourg, emissione destinata al pubblico belga e che sconfinava in territorio francese.
RTL6
Il canale dedicato alla Francia avrebbe dovuto chiamarsi RTL6 ed essere totalmente di proprietà del gruppo CLT. Si contava sul semaforo verde della Commission nationale de la communication et des libertés , dopo che questa era stata obbligata da Mitterand ad autorizzare l’avvio di La Cinq di Silvio Berlusconi e Jérôme Seydoux nonostante – si diceva – questi “avrebbero proposto solo una coca-cola TV”.
Per La Cinq l’allora presidente francese ebbe la meglio su tanti oppositori: il suo stesso ministero della cultura, un gruppo di 60 senatori e il municipio di Parigi che vietò l’installazione delle antenne sulla Tour Eiffel.
Polizia in azione
Motivi di sicurezza, troppo pesanti le antenne si diceva; la questione fu questione risolta da Mitterand mandando direttamente la polizia a forzare i blocchi voluti dal comune.
Ma fu costretto a concedere analoga autorizzaziome per altri due canali privati. Uno dei quali, appunto, ambito da CLT.
Jacques Chirac
Nel frattempo al parlamento francese la maggioranza si spostò a destra con l’ascesa di Jaques Chirac. Questo non amava l’idea di un’altra rete posseduta da stranieri. Obbligò pertanto la CLT ad associarsi al gruppo Lyonnaise des Eaux e eliminare i riferimenti al Lussemburgo nel proprio nome.
La nascita
Naque così “M6”, o “Métropole Television”. Métropole ovvero metropoli, città: come dire un emittente parigina, non certo lussemburghese. Il canale assegnato era quello occupato da TV6, una rete musicale autorizzata dal governo socialista precedente e che fu fatto chiudere subito dopo le elezioni parlamentari vinte da Chirac.
Politica e media in Francia
Insomma, se In Italia è prassi a ogni cambio di governo la sostituzione dei direttori dei TG pubblici e a volte del presidente della RAI, in Francia si va ben oltre, assegnando e togliendo direttamente le concessioni alle reti televisive private (e sì: sostituendo anche il direttore di France 2).
Le quote M6 cambiano di mano
Nel 2005 le quote della Lyonnaise des Eaux – ormai Compagnie universelle du canal maritime de Suez – sono rivendute al gruppo RTL, che ne diviene il principale proprietario. Gli italiani ricorderanno probabilmente questa società, oggi denominata Suez: fu il cavaliere bianco che nel 1988 aiutò la Société générale de Belgique a sconfiggere Carlo de Benedetti e il suo tentativo di scalata (“L’ingegnere ha stravinto in meno di ventiquattr’ore”, riportava all’epoca con qualche imprecisione La Repubblica).
M6 oggi
Oggi dunque M6 è nuovamente in mano al gruppo RTL (nel frattempo passato sotto il controllo di Bertelsmann), azionista di maggioranza anche del canale Paris Premiere, W9, Gulli, M6 Music, MCM (Monte-Carlo-Musique), RFM TV e Canal J. Ottime le posizioni LCN:6 per M6, 9 per W9 e 18 per Gulli.
Palinsesto tipo
Per avere un’idea della programmazione riportiamo il palinsesto serale del 18 marzo 2021: Il miglior panificio di francia (18.35); telegiornale e meteo (19.45) e una sequenza di serie TV fino alle 2.35 del mattino successivo.
Cifre e pretendenti
Secondo fonti francesi CLT valuta il canale tre milardi di euro. Il 16 marzo viene fatto filtrare che l’offerta “più interessate” è quella del gruppo TF1, ovvero la famiglia Bouygues.
Notizia sorprendente, se consideriamo che fino alla settimana precedente si riteneva che mai l’autorità francese per la concorrenza avrebbe permesso una tale concentrazione nelle mani di un solo attore.
Gli altri pretendenti
Restano comunque ancora aperte le porte agli altri gruppi concorrenti: Vivendi (Bolloré), Xvier Niel (fondatore del gruppo Iliad), Daniel Křetínský (famoso per la scalata a Le Monde) e Mediaset.
Investire nello streaming
Perché RTL vuole cedere M6, visto che il canale è in attivo e porta ottimi risultati in modo continuativo? Per investire nel futuro dei media: le piattaforme di streaming, ci spiega le Figaro.
La strategia del gruppo RTL
Troviamo infatti scritto nero su bianco sul documento “Group Strategy” di RTL:
“Obiettivo crescita: creare campioni nazionali nello streaming. RTL Group sta creando dei campioni nazionali là dove possiede una famiglia leader di canali televisivi.
Complemento di Netflix, Amazon Prime e Disney+
Massimizzando il vantaggio competitivo dovuto al contenuto locale, questi servizi andranno a complemento di Netflix, Amazon Prime e Disney+. La strategia è di disporre di piattaforme di proprietà (come TV Now in Germania e Videoland in Olanda) o attivare partnership come nel caso di Salto in Francia. Il gruppo adotterà un business-model ibrido, che combinerà servizi gratuiti supportati da pubblicità con i servizi Premium, sia live che on demand, con contenuti originali prodotti in esclusiva”. (M.H.B per NL)