Oggi, in occasione dell’assemblea di Mediaset, si delibererà sulla fusione di Mediaset e Mediaset España nella holding olandese MFE, Mediaforeurope, alla presenza del socio francese (9,99%) Vivendi. Che ha fatto sapere che si opporrà in quanto “non ha un fine industriale ben definito”, anche se le speranze di successo appaiono però limitate, considerato il 44,175% in capo a Fininvest.
Sabato scorso (31/08/2019) il Tribunale di Milano, con ordinanza in esito al ricorso d’urgenza presentato da Vivendi aveva accordato ad essa “il diritto di prendere parte e di votare come socio all’assemblea”, escludendo però i diritti di voto di Simon Fiduciaria (19%), conferiti da Vivendi. Ricordiamo che a monte delle doglianze di Vivendi vi è decisione del CdA di Mediaset di aprile 2019 di escludere Vivendi dal voto sia in relazione alla partecipazione diretta (9,99%) che indiretta, attraverso Simon Fiduciaria, cui era stato conferito un ulteriore 19,94%.
Chi ha vinto il ricorso?
Ribaltando la prospettiva del provvedimento, Mediaset aveva emesso un comunicato in cui aveva espresso soddisfazione sulla decisione del’organo giurisdizionale milanese che aveva “ribadito la nullità dell’acquisto della partecipazione del 19.8% in capo a Simon Fiduciaria”, da cui conseguiva “l’esplicito divieto a Simon Fiduciaria a partecipare all’Assemblea Mediaset del 4 settembre”. Assemblea nell’ambito della quale “La società francese potrà partecipare e votare soltanto ed unicamente per la quota del 9.9% in capo direttamente a Vivendi”.
Immediata la reazione di Vivendi, che aveva depositato un esposto alla Consob contro Mediaset, nel quale si affermava che il comunicato di sabato scorso del Biscione sulla decisione del Tribunale di Milano di accettare i francesi nell’assemblea odierna avrebbe fornito “informazioni inaccurate e fuorvianti”, foriere di un’influenza sul titolo in Borsa.
Secondo Vivendi “al contrario di quanto sostenuto da Mediaset, il Tribunale di Milano non può aver accolto le accuse e difese di Mediaset nei confronti di Simon Fiduciaria” e pertanto il comunicato stampa sarebbe stato in contrasto “con i contenuti, le parti coinvolte, gli effetti e gli obiettivi dell’ordinanza”.
Vivendi a Consob: “Palesemente fuorviante parlare di soddisfazione di Mediaset”
“L’ordinanza ha completamente rigettato le eccezioni procedurali di Mediaset e gli argomenti stessi che Mediaset aveva precedentemente utilizzato per negare a Vivendi il diritto di votare all’assemblea degli azionisti di Mediaset del 18 aprile 2019: per queste ragioni, è palesemente fuorviante parlare di ‘soddisfazione Mediaset”, si legge nell’esposto di Vivendi alla Consob.
Consob aveva quindi imposto a Mediaset la pubblicazione del testo integrale dell’ordinanza emessa dal Tribunale di Milano, imposizione a cui il gruppo aveva ottemperato mettendo “a disposizione del pubblico sul sito internet www.mediaset.it, sezione Corporate Governance, e presso il meccanismo di stoccaggio autorizzato eMarket Storage (www.emarketstorage.it)”.
Guerra di comunicati
La guerra dei comunicati, tuttavia, non si è fermata. In data odierna Mediaset ha inviato alle redazioni (compresa la nostra) il seguente comunicato: “il Consiglio di Amministrazione della società riunitosi in data odierna ha preso atto delle comunicazioni trasmesse in data 30 agosto 2019 per conto di Vivendi SA ai fini del suo intervento nell’odierna Assemblea degli Azionisti con riferimento a n. 113.533.301 azioni, pari al 9,61% del capitale sociale (…) e sempre in data 30 agosto 2019 per conto di Simon Fiduciaria S.p.A. (…) ai fini del suo intervento nell’odierna Assemblea degli Azionisti con riferimento a n. 226.712.212 azioni, pari al 19,19% del capitale sociale (…).
Le azioni di cui alla Partecipazione Simon sono di proprietà di Vivendi e intestate fiduciariamente a Simon con mandato che prevede l’esercizio dei relativi diritti di voto nell’interesse e per conto di Vivendi. (…). Il Consiglio ha altresì preso atto dell’ordinanza emessa dal Tribunale di Milano in data 31 agosto u.s. che, a sua volta, richiama la precedente ordinanza del 31 novembre 2018, confermata in sede di reclamo (provvedimento del Tribunale di Milano del 17 gennaio 2019).
Vivendi dentro, Simon fuori dalla porta
Il Consiglio, pertanto, ferme restando le valutazioni sopra espresse e quindi senza
pregiudizio dei propri diritti anche rispetto alla citata ordinanza del Tribunale di Milano, con specifico riferimento all’odierna Assemblea, ha deliberato all’unanimità di: (1) non opporsi alla richiesta di Vivendi di esercitare i diritti di voto, e le connesse facoltà, inerenti alla Partecipazione Vivendi; (2) conseguentemente, consentire a Vivendi l’accesso ai lavori assembleari; (3) opporsi alla richiesta di Simon di esercitare i diritti di voto, e le connesse facoltà, inerenti alla Partecipazione Simon; (4) conseguentemente, non consentire a Simon l’accesso ai lavori assembleari”.
Assemblea che Vivendi considera “illegale perché il suo consiglio di amministrazione ha impedito a Simon Fiduciaria di votare, basandosi su un’interpretazione della legge italiana sui media che è contraria ai trattati UE”, tanto che, spiegano i francesi in una nota, “Vivendi farà ricorso a qualsiasi strumento legale in tutte le giurisdizioni e i tutti i paesi rilevanti per contestare la legalità della nuova struttura di operazione proposta, sia in base alle leggi nazionali che a quelle europee”. (E.G. per NL)