“Il tax credit sull’audiovisivo non é il punto finale, interverremo anche su quote e diritti, ma c’è un protagonismo dei soggetti del mercato su cui la politica non può intervenire: siamo sicuri che come sistema Italia siamo al massimo nell’export di prodotto audiovisivo italiano? O c’è qualcuno che ancora si illude che i confini nazionali siano le colonne d‘Ercole del proprio business televisivo?”.
Così il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle comunicazioni Antonello Giacomelli è intervenuto oggi in conclusione dell’Assemblea annuale di Confindustria radio-tv. “Nei media italiani sono successe più cose negli ultimi due anni che negli ultimi 20 e il governo ha fatto la propria parte – ha aggiunto Giacomelli – Non ho una visione dirigista: il governo deve creare la cornice perché si sviluppi il mercato e creare parità di condizioni, come abbiamo fatto sulla banda ultralarga perché l’accesso a Internet è il moderno servizio universale. Il level playing field è ormai una formula magica, basta citarlo nei convegni per sentirsi a posto, ma non é compito di Google quello di armonizzare il livello fiscale europeo e non è compito degli Over the top di creare gli Stati Uniti d’Europa. Le regole non sono sufficienti, la sfida riguarda i protagonisti del mercato ed è quella della centralitá del prodotto audiovisivo italiano. E’ indifferente chi é il soggetto che produce contenuti? Non sono un fan dell’italianitá come il Fazio non televisivo, ma é giusto che il tax credit pagato dai cittadini premi soggetti internazionali?”. (E.G. per NL)