Che cosa non si fa in tempo di crisi. Noi italiani non facciamo altro che lamentarci di tasse e burocrazia ma, in alcuni casi, c’è chi sta peggio di noi.
È il caso della Germania, dove è stato trovato un accordo tra i sedici governatori dei lander per risolvere la piaga dell’evasione del canone televisivo, che in terra tedesca colpisce circa 3 milioni di contribuenti. Il provvedimento, che ha incontrato un assenso unanime, è però a dir poco restrittivo: dal 2013, infatti, chiunque in Germania sia in possesso di un’abitazione e costituisca un nucleo familiare, sia pure un single, sarà tenuto al pagamento del canone previsto per la televisione pubblica e che comprende le due reti nazionali, Ard e Zdf, e la radio federale Deutschlandfunk. Non vi saranno categorie esentate, nemmeno i disoccupati che, sino a oggi, godevano della gratuità del servizio: per loro, però, si è iniziato a parlare della possibilità di un rimborso da parte dello Stato, ma non v’è ancora nulla di deciso. Tale provvedimento sottintende che chiunque, sia pure in un angolo recondito della propria abitazione, possegga un apparecchio televisivo o uno radiofonico. Chi, però, per scelta o per necessità, non lo possiede, sarà ugualmente obbligato al versamento del contributo annuo che, tra l’altro, è ben più oneroso di quello italiano: 215,76 euro. Inoltre, anche chi fino a ora godeva di sconti particolari, vedrà la propria situazione di privilegio mutare rapidamente. È il caso, ad esempio, dei proprietari di hotel che adesso pagano un contributo mensile di 5,52 euro totali (a fronte dei 17 euro dei normali contribuenti) ma che dal 2013 si troveranno a dover pagare 6 euro per ogni stanza dell’albergo. Vale la pena, poi, ricordare che già dal 2006, in Germania, possessori di telefonini e pc con accesso a internet erano già tenuti, anche in assenza di apparecchio televisivo, a pagare i normali contributi. In questo modo il governo tedesco calcola di poter incassare annualmente dagli 8 ai 10 miliardi di euro, da aggiungere ai 450 milioni di introiti pubblicitari cui i sedici governatori dei lander hanno lasciato intendere di non voler rinunciare. (L.B. per NL)