Stiamo assistendo ad una rivoluzione. Lenta (forse) ma inesorabile. A circa quindici anni dalla sua esplosione, il web “mangia” sistematicamente utenza ai mezzi tradizionali, televisione in primis: lo dicono, inequivocabilmente, i numeri. E se l’anno appena concluso ha fatto registrare i dati più bassi e preoccupanti da vent’anni a questa parte per la tv generalista, si tratta, non a caso, dell’anno dell’esplosione dei video sulla rete, l’anno di YouTube. Già, in effetti, dati Auditel, Nielsen e Media Consultants alla mano, l’anno nero della tv generalista si riflette, in prima istanza, sulle reti ammiraglie delle due concessionarie principali: Raiuno e Canale5. La rete trainante degli ascolti di Mediaset ha realizzato la quota d’ascolti più bassa dal 1999 ad oggi. E non è andata meglio per le restanti: il totale del polo-Mediaset ha “catturato” appena il 40,3% dell’intero comparto (la quota più bassa dal 1991!) televisivo italiano, a fronte del 43,6% della Rai, facendo calare vistosamente la quota generalista rispetto alla totalità del settore. Una debacle che si è riflessa, inevitabilmente, sulla raccolta pubblicitaria. Si tratta, comunque, di una flessione nella crescita e non di un dato negativo, altrimenti l’allarme da “arancione” si trasformerebbe in “rosso acceso”. A fronte di questi dati certamente non positivi, si deve sottolineare la definitiva affermazione di internet anche sul versante video. Già, poiché, dopo l’esplosione del p2p illegale, quest’anno è esploso il fenomeno della consultazione gratuita e totalmente lecita di ogni tipo di video proveniente dal web. YouTube docet. Dopo il successo strepitoso, l’acquisto da parte di Google (per 2 miliardi di euro, ndr) e la crescita esponenziale cui è soggetto, negli ambienti informatici si inizia a vociferare circa un possibile (futuro) passaggio del “fenomeno” del web sul piccolo schermo. Sì, perché una ricerca accurata su modalità e tempi di fruizione televisiva ed “internettiana”, ha mostrato una compatibilità tra il mezzo televisivo ed i video dei portali modello-YouTube, che, nell’arco di qualche anno, potrebbe portare la navigazione e il godimento dei filmati della rete, nei salotti della case e sul piccolo schermo. Prima, però, bisogna ovviare ad alcuni ostacoli tecnici come la mancanza di dispositivi adeguati per la connessione della tv ad internet e per la navigazione, l’ancora troppo bassa definizione dei video on-line rispetto agli standard televisivi, nonchè, fattore non trascurabile, la convenienza economica per gli operatori. Secondo gli esperti questi aspetti saranno perfezionati nell’arco di quattro-cinque anni: guardandoci intorno straniti, stiamo passeggiando comodamente sulle ali della rivoluzione. (L.B. per NL)