da Franco Abruzzo.it
Parigi, 6 giugno 2008. La Francia in autunno affronterà in un dibattito parlamentare una nuova legge destinata a pesare sul mercato della pubblicità televisiva, autorizzando, in concomitanza con la preannunciata fine della pubblicità su France Télévisions, l’introduzione di una seconda interruzione pubblicitaria nelle fiction e nei film trasmessi sui canali privati, come Tf1 e M6. Lo scopo della nuova legge è semplice: fare in modo che la pubblicità destinata ad abbandonare le emittenti pubbliche non vada su Internet e i nuovi media ma resti nel mondo della televisione. La seconda interruzione pubblicitaria è una proposta che piace molto ai canali privati come Tf1 e M6, in difficoltà per il costante declino delle entrate dagli spot. Finora, l’annuncio della fine della pubblicità nel settore pubblico non è stato per loro un vantaggio: gli investitori sono rimasti in attesa di capire come sarà organizzata la fine dei messaggi promozionali su France Télévisions, che rappresenta una parte del mercato pubblicitario tv di quasi il 20%, e come i canali privati ne approfitteranno. Il timore degli investitori è che, se non verranno creati nuovi spazi pubblicitari, i prezzi degli spot arriveranno alle stelle.
Le agenzie dei media hanno già fatto i loro calcoli. Tanto Aegis Media come ZenithOptimedia stimano che le nuove regole (in particolare, la seconda interruzione pubblicitaria durante film e fiction) potrebbero portare fra i 300 e i 552 milioni di euro nelle casse dei canali privati. La più avvantaggiata sarebbe Tf1: secondo lo scenario previsto dal governo, guadagnerebbe dai 200 ai 360 milioni di euro, un aumento tra il 12 e il 22% delle sue entrate pubblicitarie. Seconda beneficiaria, M6, che raccoglierebbe dai 65 ai 130 milioni. Piccolo premio anche per Canal +, che non vive di pubblicità ma avrebbe comunque un supplemento di 10 milioni di euro. Infine, gli altri canali (Tnt, cavo, satellite) potrebbero guadagnarci dai 30 ai 52 milioni di euro. L’eliminazione degli spot dalla tv pubblica a favore di quella privata ha sollevato però qualche critica. Qualcuno fa notare l’amicizia tra il presidente Sarkozy, favorevole alla norma, e il proprietario di Tf1, Martin Bouygues. In più la Sacd (Societé auteurs et compositeurs dramatiques) si è lamentata sia del danno arrecato alla visione dei film dalla seconda interruzione pubblicitaria, sia del problema che insorge dalla diminuzione delle entrate per la tv pubblica: il timore è che France Télévisions perda la capacità di proporre programmi attraenti e di qualità. (www.9colonne.it)
FRANCIA, VOLA LA PUBBLICITÀ SULLA STAMPA, CROLLA QUELLA IN TV
Parigi, 6 giugno 2008. Un mese di maggio dai dati contrastanti per la pubblicità francese: è quello che emerge dall’analisi appena pubblicata dalla società di ricerche Tns Media Intelligence. Così, se da un lato la stampa guadagna posizioni, ne perde parecchie la televisione. Sulle riviste sono aumentati del 4% gli investimenti rispetto al mese di maggio del 2007 e i quotidiani hanno messo a segno addirittura un più 5,6% e migliorato il numero di pagine vendute del 3%. Le entrate pubblicitarie della stampa sono salite del 5% dall’inizio dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2007, nota Tns. La radio arranca e si accontenta a maggio di uscire dai numeri negativi, mentre la tv registra un forte calo degli investimenti: -6,7% in valore da gennaio e -6,6% in volume orario. Nel solo mese di maggio, la durata della pubblicità in secondi è scesa dell’8,5% sui canali generalisti. (www.9colonne.it)