Da quando è arrivato lui i telegiornali del week-end di France 2 sono stati rivoltati come un calzino. E quando scriviamo “lui” intendiamo Laurent Delahousse, classe 1969. Forse per via della folta chioma, forse per quel sorriso un po’ così o forse per quel volto da bravo ragazzo, Delahousse è uno di quegli anchorman rassicuranti. Uno di quelli a cui, senza nemmeno conoscerlo, lasceresti le chiavi di casa, e quindi pure quelle del più importante tg di Francia. Lo percepisci al volo che quando è al timone del “suo” telegiornale si sente davvero a suo agio. E così ti ritrovi nella medesima condizione. Inizia la sua carriera ai microfoni di RTL nel 1994, successivamente passa al canale M6 per poi approdare, nel 2007, alla conduzione dei telegiornali delle 13.15, in onda il week-end, su France 2. Da tre anni sta portando avanti il suo progetto e da un paio di mesi, visti gli ottimi risultati ottenuti, sta lavorando per rivoluzionare pure le edizioni quotidiane delle 20 del popolare notiziario televisivo francese. Si partirà a settembre. Laurent ha intercettato subito la tendenza: con l’avvento del web, alle 20, quando in onda c’è l’edizione regina del tg, arrivano cose già viste, già sentite. E così i “giornali televisivi” si ritrovano con qualche telespettatore in meno. Allora bisogna correre ai ripari. “In futuro sarà sempre l’informazione a comporre i telegiornali di France 2 – ha spiegato il giornalista francese alla trasmissione “Médias” – ma noi dobbiamo assumerci il compito di decifrarla, di spiegarla”. Bella lì, ma come? Si parte alle 13, sia il sabato e sia la domenica. Tre, due, uno, sigla. Nello studio di France 2, con tanto bianco e qualche pennellata di rosso, ecco Laurent seduto al tavolo rotondo: camicia bianca con colletto sbottonato, rigorosamente senza cravatta, e giacca nera. Il suo sorriso, i saluti, i titoli e poi le news. In quindici minuti Delhousse e i suoi colleghi raccontano la Francia e il resto del mondo. Alle 13:15 si apre il magazine. Sigla, stesso studio, stesso conduttore, ma il tono diventa più colloquiale. Col giornalista in studio arrivano due ospiti. Domenica 3 maggio, tanto per dire, c’era una politica e un’attrice. Si discute di tutto, si scambiano opinioni serie e curiosità personali. Non mancano le battute, i sorrisi e le riflessioni. Si toccano tutti i tasti dell’attualità. Tra un parola e l’altra c’è pure spazio per le rubriche, i servizi, le opinioni e i reportages. Si guarda alla settimana trascorsa, a quella che arriverà, alle ultime news e non si tralascia lo sport. Per questo c’è un giornalista sportivo che, a una manciata di minuti dalla fine, entra in studio e anticipa la domenica sportiva. Come già scritto, adesso Delahousse ha il capo chino su un lavoro decisamente delicato: vuole ritoccare pure gli altri tg di France 2. Lo stile da ricalcare è quello del magazine. E forse ha scoperto il futuro. L’operazione, insomma, risulta assolutamente entusiasmente ma rischiosa. Una storia che sembra una partita a Mikado: Delahousse deve stare attento a non smuovere il bastoncino sbagliato. L’edizione delle 20, non solo in Francia, è sacra. Un po’ come la messa. Un minimo errore potrebbe costargli parecchio. Ce la farà? (Sacha Dalcol per NL)