Il 2014 è stato un anno difficile per le attività televisive di Tarak Ben Ammar, almeno a giudicare dai conti delle holding in campo tra Italia, Francia e Nord Africa.
A fare il quadro della situazione è la radiografia di Milano Finanza, che ha passato in rassegna i bilanci 2014, appena depositati della holding francese Quinta Communications (Qc) e della holding italiana Holland Coordinator & Service Company (Hc&sc), controllata dall’omonima olandese che detiene anche il 75% della capogruppo transalpina. La perdita 2014 di Quinta Communications, pari a 15,3 milioni di euro, è stata riportata a nuovo dall’assemblea dei soci presieduta dallo stesso Ben Ammar e va ad aggiungersi agli altri 93,8 milioni di passivo provenienti da esercizi precedenti. Ricordiamo ai nostri lettori che Quinta Communications possiede un capitale di 66 milioni e controlla attivi per 52 milioni, tra i quali il 100% della francese Teleclair, il 99,4% della Quinta Communications Tunisie e, nello stesso Stato nordafricano, il 49% di Quinta Communications Distribution Tunisie, il 49,6% di Andromeda Tunisie e il 45% di Imperium Tunisie, tutte attive nella produzione o post-produzione di programmi. Quanto invece alla situazione italiana, Hc&sc ha registrato nel 2014 una perdita consolidata di 9 milioni, mentre nel 2013 aveva ottenuto utili per 30,2 milioni. La controllata Prima Tv, che gestisce la rete digitale DFree, ha perso circa 3 milioni di euro, proprio come la casa di distribuzione cinematografica Eagle Pictures. Ben Ammar, in qualità di presidente societario, ha dichiarato in merito alla holding italiana “l’opportunità di razionalizzare la struttura del gruppo, anche al fine di ridurre i costi di gestione”. E nel panorama delle tlc francesi, la scorsa settimana è avvenuto un grande cambiamento ai vertici: il finanziere Vincent Bolloré (che annovera tra gli amici fidati Ben Ammar, suo consigliere e consulente), presidente e maggior azionista singolo di Vivendi, ha licenziato l’amministratore delegato della controllata a pagamento Canal Plus, rafforzando ulteriormente il suo controllo sul gruppo di pay-tv: come riporta un articolo di ItaliaOggi di venerdì 4 settembre, infatti, Bolloré ha abbattuto tutti i muri di Canal+ diventando presidente del consiglio di sorveglianza (di fatto capo supremo) e sottolineando che “Groupe Canal sarà completamente integrato con Vivendi. Sono sbigottito per il funzionamento in silos separati e per la mancanza di conoscenza dei punti di forza che hanno i vicini. Sono scioccato dall’uso eccessivo dell’esternalizzazione quando ci sono mezzi all’interno. Parlatevi, scambiate. Fidiamoci! Saremo più forti!”. Sullo sfondo di questa manovra di integrazione, secondo i rumors, ci sarebbe il preoccupante andamento discendente degli abbonamenti alla pay tv in Francia, fatto grave dal momento che Canal+ rappresenta più della metà dei ricavi di Vivendi. La parte più interessante del nuovo asset societario, come marcato dal presidente, riguarderà il processo di internazionalizzazione: si è parlato infatti di distribuzione oltreoceano dei contenuti, sviluppo del business over the top, con attenzione in particolare ai mercati in lingua inglese e spagnola. “Abbiamo anche la possibilità di condividere i contenuti all’estero attraverso i nostri partner di Telefonica, con i quali abbiamo già raggiunto un accordo. La cultura francese ed europea è ricca di contenuti e competenze ed è in grado di tenere testa ai prodotti americani o asiatici”. (V.R. per NL)