Tv, report Agcom 2017-2021: ricavi in crescita dell’1,4% rispetto al 2020, ma in flessione del 10,4% tispetto al 2017. Calo del 15,3% degli introiti pubblicitari, mentre la riduzione delle risorse fornite dai servizi pay è del 30%, per i quali è da rimarcare l’effetto provocato dall’ingresso di Dazn e Prime Video nel mercato dei diritti sportivi.
Su del 5% introiti da canone RAI, giù dell’8% quelli di Sky.
Quelli riferibili alle attività in Italia di MFE flettono del 28,1%, ma a causa della dismissione delle attività pay.
Tuttavia, dichiaratamente, sfugge all’esame proprio la componente progressivamente sempre più rilevante, rappresentata dalle dimensioni economiche e patrimoniali derivanti dalle offerte di servizi video in streaming (Netflix, Dazn, Amazon Prime Video, Rakuten, Disney+, Tim Vision), in assenza di informazioni economico-patrimoniali relative al mercato italiano.
Focus Bilanci 2017-2021
Agcom ha pubblicato il Focus Bilanci 2017-2021, relativo a oltre 100 tra le principali imprese operanti nei settori delle comunicazioni elettroniche, dei servizi di corrispondenza e consegna pacchi, del settore televisivo e dell’editoria quotidiana e periodica.
Salute della comunicazione
Il report fotografa, in maniera sintetica, lo stato di salute dei settori di interesse istituzionale dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni attraverso l’analisi delle principali grandezze economico-patrimoniali esposte nei bilanci relativi agli ultimi cinque esercizi.
OTT sfuggenti
Nella presentazione del report, relativamente al comparto tv, Agcom tiene a precisare in primo luogo che sfugge all’analisi la componente, progressivamente sempre più rilevante, rappresentata dalle dimensioni economiche e patrimoniali derivanti dalle offerte di servizi video in streaming (Netflix, Dazn, Amazon Prime Video, Rakuten, Disney+, Tim Vision), in assenza di informazioni economico-patrimoniali relative al mercato italiano.
Ricavi in crescita dell’1,4% rispetto al 2020, ma in flessione del 10,4% tispetto al 2017
I ricavi complessivi registrati nel 2021 dalle principali imprese analizzate hanno visto una crescita dell’1,4% rispetto al 2020, ma registrano una flessione del 10,4% (in valore pari a circa 960 milioni di euro) rispetto al 2017, quando le risorse complessive sfioravano i 9,2 miliardi di euro.
Rai, MFE e Sky Italia
Relativamente ai tre principali soggetti presenti sul mercato televisivo italiano (Rai, MFE e Sky Italia), Agcom osserva come nel decennio 2012-2021 i ricavi complessivi siano diminuiti del 12,8% (da 8,39 a 7,32 miliardi di euro) con una riduzione del fatturato superiore a 1 miliardo di euro.
Effetto Dazn e Prime Video
In flessione del 15,3% risultano gli introiti pubblicitari (passati da 3,03 a 2,57 miliardi di euro), mentre la riduzione delle risorse fornite dai servizi pay è del 30% (ridottesi da 2,97 a 2,08 miliardi di euro) per i quali è da rimarcare l’effetto provocato dall’ingresso di Dazn e Prime Video nel mercato dei diritti sportivi.
Su del 5% introiti da canone RAI
Gli introiti da canone di abbonamento alla Rai fanno registrare un lieve incremento (+5,2%), (da 1,73 a 1,82 miliardi di euro). Nel decennio considerato i ricavi complessivi della concessionaria pubblica sono rimasti sostanzialmente stabili (nel periodo flettono dell’1,5% e nel 2021 sono pari a 2.665 milioni di euro).
Giù dell’8% Sky
Corrispondentemente, gli introiti di Sky Italia si riducono di oltre l’8% (da 2,85 a 2,61 miliardi di euro).
Crollo per pay MFE
Quelli riferibili alle attività in Italia di MFE flettono del 28,1% (da 2,83 a 2,04 miliardi di euro), riduzione in larga parte dovuta al sostanziale venire meno delle attività pay.
Ebit negativo per tutti
Tra il 2017 ed il 2021 il margine netto (Ebit) di tutti gli operatori considerati nell’analisi è risultato mediamente negativo per circa 1,2 miliardi di euro (-2,7% dei ricavi), con il valore del 2021 in miglioramento rispetto a quanto registrato nel 2020 (-6,5% contro il -10,2%), ma lontano dal +2% di inizio periodo).
Patrimonio netto negativo
In rapporto al patrimonio netto il risultato di esercizio mostra un valore negativo (-2,5% in media) determinato dagli andamenti negativi degli ultimi due esercizi contabili, ma va evidenziato come tale rapporto, pur rimanendo ampiamente negativo, nel 2021 sia risultato in netto miglioramento rispetto al 2020 (-10,6% vs -18,4%).
Valori differenziati
Le diverse modalità di contabilizzazione della spesa in contenuti e diritti televisivi determinano valori assai differenziati tra gli operatori di settore considerati nell’analisi.
Allineati
Si stima, quindi, che la spesa complessiva per produzione di contenuti e acquisizione di diritti (contabilmente composta da investimenti e specifiche poste contabili registrate nei costi operativi) sia valutabile, nel 2021, in oltre 3,9 miliardi di euro, valore sostanzialmente in linea con i risultati del 2020 e pari al 48% dei ricavi aggregati.
Addetti in flessione
Secondo il Focus Bilanci 2017-2021, gli addetti complessivi delle imprese analizzate, nell’intero periodo considerato, risultano in flessione di circa 400 unità rispetto al 2017, attestandosi a poco più di 21.000 a fine 2021 (valore in flessione dell’1,7% con i livelli occupazionali del 2020). (E.L. per NL)