Tv. Focus Agcom su bilanci quinquennio 2016-2020. Male Mediaset e Sky, meno RAI. Ma da perimetro sono esclusi OTT dello streaming on demand

2016-2020

Focus Agcom bilanci 2016-2020: nel settore televisivo, i ricavi complessivi registrati nel 2020 dalle imprese analizzate hanno avuto una flessione dell’8,7% rispetto al 2019. Superiore alla media è risultata la riduzione per Mediaset (-9,2%) e Sky (intorno al -10%), mentre la Rai limita al -5,4% la diminuzione degli introiti complessivi, con il canone che flette del 4% e la pubblicità del 6,5%). L’analisi non dà però conto della componente, sempre più rilevante, rappresentata dagli introiti derivanti dalle offerte in streaming.

Focus bilanci 2016-2020

È disponibile sul sito dell’Autorità il focus bilanci, delle imprese operanti nel settore dell’editoria quotidiana e periodica, televisivo e dei servizi di corrispondenza pacchi, relativo al quinquennio 2016-2020.

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Settore Tv: flessione dell’8,7%. Peggio Mediaset e Sky di RAI

Relativamente al settore televisivo, i ricavi complessivi registrati nel 2020 dalle imprese analizzate hanno avuto una flessione dell’8,7% rispetto al 2019. Superiore alla media è risultata la riduzione per Mediaset (-9,2%) e Sky (intorno al -10%), mentre la Rai limita al -5,4% la diminuzione degli introiti complessivi, con il canone che flette del 4% e la pubblicità del 6,5%).

Ricavi giù del 21,9%

Relativamente ai tre principali soggetti presenti sul mercato televisivo italiano, si osserva che tra il 2010 ed il 2020 i ricavi complessivi sono scesi del 21,9% (da 9,20 a 7,19 miliardi di euro) con una riduzione del fatturato intorno ai 2 miliardi di euro, di cui 1,45 imputabili a minori introiti pubblicitari (passati da 3,73 a 2,28 miliardi di euro) e circa 530 milioni di euro (da 2,98 a 2,45 miliardi di euro) dovuti a minori flussi di ricavo nella pay tv.

Ricavi complessivi: Mediaset peggio di tutti

In tale periodo i ricavi complessivi di Sky Italia sono rimasti relativamente stabili, intorno ai 2,9 miliardi, quelli della Rai sono passati dai 2,96 miliardi del 2010 ai 2,50 miliardi del 2020 mentre gli introiti di Mediaset in Italia si sono ridotti, corrispondentemente, da 3,44 a 1,80 miliardi di euro.
Tra il 2016 ed il 2020 il margine netto (Ebit) di tutti gli operatori considerati nell’analisi è risultato mediamente negativo per oltre 1 miliardo di euro (-2,3% dei ricavi), con un forte peggioramento nell’ultimo esercizio contabile analizzato (-10,2%).

OTT fuori dall’analisi

In ragione della indisponibilità di una documentazione contabile utile a rappresentare compitamente le attività svolte in Italia, l’analisi non dà conto della componente, sempre più rilevante, rappresentata dagli introiti derivanti dalle offerte in streaming (Netflix, Dazn, Amazon Prime Video, Rakuten, Disney+, Tim Vision…).

Patrimonio netto: 2020 con valore negativo

In rapporto al patrimonio netto il risultato di esercizio 2020 mostra un valore negativo (-2,0 in media) con un consistente flessione nel 2020 (-13,5%).

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Cash flow

Il rapporto tra cash flow operativo e ricavi nel 2020 mediamente risulta pari al 12,8%; le diverse modalità di contabilizzazione della spesa in contenuti e diritti televisivi determinano valori assai differenziati tra gli operatori di settore considerati nell’analisi.

Produzione contenuti ed acquisizione diritti

Si stima inoltre che la spesa complessiva per produzione di contenuti e acquisizione di diritti (contabilmente composta da investimenti e specifiche poste contabili registrate nei costi operativi) sia valutabile, nel 2020, in oltre il 50% dei ricavi.

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Dipendenti

I dipendenti delle imprese analizzate, nell’intero periodo considerato, risultano in flessione di oltre 1000 unità rispetto al 2016, e si attestano a poco più di 21.000 unità a fine 2020 (di cui oltre 12.600 Rai; circa 3.200 Sky; 3.400 dipendenti in Italia del gruppo Mediaset), in linea con i complessivi livelli occupazionali del 2019. (E.G. per NL)

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