Quattro giorni di telefilm, serie tv, sit com, hanno popolato i cinema, i forum ed altri spazi in giro per Milano. Obiettivo: passare in rassegna, in ogni sua sfaccettatura, il fenomeno mediatico che, da pochi anni a questa parte, sta fungendo, per gli italiani, come una sorta di droga, ossia la fiction. I palinsesti Rai e Mediaset hanno fatto registrare, nell’arco di sei anni, un’impennata clamorosa nel numero delle ore di prima serata destinate alle serie televisive (dal 9% al 27% per Mediaset, dall’8% al 9% per la Rai). Oltre all’indiscutibile successo di pubblico (la fiction fidelizza più di qualsiasi altro prodotto televisivo), occorre ricordare i vantaggi che questo genere fornisce agli investitors pubblicitari: permettono pianificazioni pubblicitarie più lunghe e meno costose rispetto ai film e il rischio di flop in termini d’ascolto è notevolmente attenuato, data la prevedibilità degli ascolti delle diverse puntate di una serie tv o di una sit com. Per questo motivo è resa ancor più necessaria una strategia che migliori le misurazioni di audience dal punto di vista qualitativo, segmentando il pubblico per età, abitudini mediali e non. Ma mica per venire incontro maggiormente ai gusti ed alle necessità del pubblico. No, per venire incontro alle esigenze dei pubblicitari, per investire in modo più mirato, senza rischio di perdite inattese. (Giuseppe Colucci per NL)