Ricordate cosa scrivevamo su queste pagine all’indomani dell’assegnazione alla “Tv che non c’è” del canale VHF 8, cioè la frequenza canalizzata a livello europeo che in Italia è al momento un intercanale da liberare (entro questa estate)?.
Bene, leggetevi le seguenti dichiarazioni di Di Stefano ospitate sul sito del redivivo Beppe Grillo e poi traete le conclusioni.
“La televisione che non c’è ha avuto l’assegnazione di una frequenza che non c’è. Cioè, il canale 8, come dicono loro, in questo momento non c’è in Italia. Perché questo canale ci sia bisogna che la Rai e altre settecento emittenti locali si spostino, in modo da creare spazio per questo canale. Questo dovrebbe succedere entro luglio, noi abbiamo molti dubbi che succeda. Come se succederà vorrà dire che finalmente avremo un canale, per fare una rete nazionale in Vhf, quindi sulle stesse frequenze di Rai Uno. Succede che noi abbiamo un canale per fare una rete nazionale, mentre Rai Uno ne ha dieci! Lei immagini come faremo noi, a fronte di una Rai che esagerando ne ha addirittura dieci, con un solo canale pensare di fare una rete nazionale! Consideri che un canale si accende su una postazione, cioè da una sola montagna, ma non si accende sulla montagna che ci sta vicino perché interferisce. Insomma, è la solita, grande presa per i fondelli.
Bisogna che il canale si liberi in tutta Italia, e, ripeto, siccome mi sembra che non stia succedendo ho molti dubbi. Una volta liberato, un canale solo in Italia copre si e no il quindici – diciotto per cento del territorio. Perché? Perché per coprire bene tutta l’Italia di canali ce ne vogliono almeno tre. Le faccio un esempio, se lei arriva con un canale dal Veneto che irradia verso l’Emilia, un altro da Milano e un altro da Bologna dove s’incrociano, con tre canali diversi si fa servizio, con uno solo ne accende soltanto uno di questi canali, col risultato che fa un servizio soltanto su una parte di territorio e non sul resto. Per cui noi nel novantanove abbiamo vinto una Ferrari per fare la corsa con le Ferrari, per una rete che avesse avuto l’ottanta per cento di copertura di territorio italiano e il novantacinque per cento della popolazione, ci danno una bicicletta per far la corsa con le Ferrari, cioè il quindici per cento del territorio. In modo che, ammesso e non concesso che un giorno entreremo nel circuito per fare questa gara, gli altri ci passano addosso, ci schiacciano ed è finita lì.
Guardi di tutta questa storia mi sono fatto un’idea precisissima: l’idea è che in questo Paese vince, sempre e comunque, l’interesse sul diritto. Soprattutto, e solo, se l’interesse è di un potere molto forte. In questo caso del potere più forte: politico, editoriale, economico e finanziario. Le televisioni estere si sono occupate abbastanza di noi. Tutte, e anche continuamente. Chi si è occupato poco e male di noi è la Commissione Europea! Che avrebbe dovuto subito risolvere il problema. Prima con Monti, se vi ricordate con “Super Mario” Microsoft, ma con Berlusconi non l’abbiamo proprio visto questo Super Mario. Anzi! E poi con la Groetsch, la quale ha messo in mora il governo italiano dicendogli: “dovete cancellare la legge Gasparri! Non rispetta le direttive europee.” Il governo rispose: “E’ vero, avete ragione provvederemo”. Ma non si è mai provveduto. Mi riferisco alla storia per la quale pagheremo una multa. Ma la Groetsch non è andata avanti su questo binario. S’è fermata anche dopo un parere motivato che diceva al governo: “Vi do due mesi di tempo dopodiché vi deferisco alla Corte di giustizia europea”. S’è fermata da ben un anno e tre mesi. Nel frattempo c’è stata la sentenza della Corte di giustizia del 31 gennaio 2008 che ha detto: “Il periodo transitorio che ha permesso a Mediaset di continuare a detenere le frequenze di Rete 4 che le hanno permesso di trasmettere in analogico è illegittimo!”. Quindi, almeno dal ’97, periodo della legge Maccanico, Rete 4 non poteva trasmettere. Questo ha detto la Corte di giustizia europea. Attenzione! La sentenza della Corte di giustizia europea è legge. Dal giorno dopo! E’ una legge per lo Stato italiano così com’è legge per tutti gli Stati aderenti. Quindi, del fatto che i periodi transitori siano illegittimi, gli altri Stati ne hanno fatto tesoro provvedendo. L’Italia, invece, che è il Paese che ha ricevuto questa sentenza, né il ministero, né l’autorità, né i giudici (per ora) hanno ancora provveduto. Poi la stessa sentenza diceva: “Tutte le leggi – Maccanico, la sessantasei del 2001 del governo Amato, la Gasparri, il Dl Salva Rte4 di Berlusconi ecc – che hanno legiferato in modo da non dare la possibilità ad Europa 7 di avere le frequenze, sono illegittime. Devono essere disapplicate”. Lei l’ha visto fare? Quando c’è stata la sentenza della Corte europea sull’Iva delle auto al venti per cento che andava cambiata, il Consiglio dei ministri del governo Prodi, ha provveduto il giorno dopo. Lo stesso governo Prodi, qualche mese dopo, fece un Consiglio dei ministri per ottemperare a tutte le sentenze della Corte europea, tranne una: la nostra. E la Bonino, che era il ministro competente, a domanda diretta ha risposto che è una cosa non urgente. Quella sentenza è esecutiva dal 31 gennaio 2008, ad aprile questa diceva che non era urgente.
Quanto al Consiglio di Stato che doveva decidere a maggio. Invece di decidere si è rivolto alla Corte di giustizia europea dicendo: “Pensiamo che la legge Gasparri non rispetti le direttive europee in questi dieci punti – si noti che cinque punti ce li avremmo messi noi quindi loro erano convinti – però siccome non siamo pienamente convinti te lo chiediamo. La Corte europea ha risposto: Si avete ragione”- Perciò tu ti aspetti che subito dopo il Consiglio di Stato provveda! E invece non ha provveduto. Anzi, ha detto al ministero: “Siccome Di Stefano ha vinto una sentenza al Tar in cui dovevate dargli una risposta – giacché la sentenza diceva che almeno una risposta dovevano pur darmela dopo nove anni no? Visto che col ministero non ci ho mai parlato – Dai una risposta…” in applicazione al fatto che devi dargli l’ottanta per cento del territorio e il novantacinque per cento della popolazione. E “rispetta pienamente la sentenza della Corte di giustizia europea” che vuol dire spegni Rete 4 e dai le frequenze a Europa 7. Il ministero naturalmente non l’ha fatto. Il Consiglio di Stato, quindi, non ha fatto ottemperare la Corte di giustizia europea, o meglio, ha detto di ottemperare ma non l’ha fatto direttamente diciamo. Ora, visto che il ministero non ha ottemperato ci aspettiamo che sia il Consiglio di Stato a farlo no? Lo hai chiesto, gli hai dato un’altra chance, ci hanno di nuovo preso per i fondelli… Speriamo che questa volta il Consiglio di Stato dica: “ok non hai ottemperato, ti nomino un commissario e ottempero io”. La nostra unica speranza rimane quella di sempre: quella sulla giustizia. Tuttavia debbo dire che la vera giustizia l’abbiamo ottenuta dalla Corte europea, non dall’Europa politica, ma dal tribunale dell’Europa, forse il più importante che c’è al mondo. Questa sentenza non c’è modo di aggirarla! Mentre una sentenza della Corte costituzionale può essere superata da una legge del governo dello stato, soprattutto nel caso in cui c’è qualcuno come Ciampi che firma, e quindi per ricuperarla devi tornare di nuovo alla Corte costituzionale, la sentenza della Corte di giustizia europea è inattaccabile. Non ci potrà mai essere nessun giudice italiano che possa permettere a Rete 4 di trasmettere. Rimane tuttavia il fatto che Rete 4 trasmette e noi no! Perché in Italia nessuno l’ha applicata! Ripeto: né il ministero, sia Gentiloni prima che Scajola dopo, né l’autorità garante delle comunicazioni di Corrado Calabrò, devono applicarla i giudici che si trovano a dover decidere. Quindi il Consiglio di Stato deve, deve, deve applicarla! Deve applicarla la Commissione europea! L’antitrust europeo una sentenza della Corte di giustizia europea deve assolutamente applicarla. Tanto che la Groetsch ad aprile diceva: “vigileremo affinché sia pienamente applicata”. Ebbene da aprile a gennaio non è stata applicata. E allora che vigilanza è?” Francesco Di Stefano – Europa 7