In Libia, all’indomani della caduta del regime di Muammar Gheddafi, c’è stata una rivoluzione completa nell’ambito della stampa e nel settore televisivo.
Sono state chiuse dai miliziani del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) le quattro emittenti del regime, tra cui quella ufficiale ‘al-Jamahiriyà, e lo stesso organismo ha dato vita a due diverse emittenti: quella ufficiale Libya al-Hurra (la nuova tv satellitare nata con il sostegno del Qatar, che trasmette da Doha, fondata come web tv dal blogger Mohammad Nabbous ucciso il 19 marzo 2011 da alcuni cecchini a Bengasi mentre cercava di raccontare i drammatici avvenimenti di quel momento) e Libya Tv (il cui fondatore è Mahmoud Shammam, attivista e giornalista esule a Washington). Dall’altro lato, però, non mancano le emittenti che, tramite il satellite, continuano a sostenere i regimi arabi abbattuti. In particolare la tv al-Raì, che trasmette da Damasco ed ha visto cambiare il suo palinsesto con l’inizio della guerra in Libia. Se prima sosteneva il deposto regime di Saddam Hussein trasmettendo i filmati degli attentati compiuti dai gruppi baathisti contro le truppe americane in Iraq, dallo scorso agosto il suo editore, l’ex deputato iracheno Mashan al-Jibouri, ha deciso di dare spazio solo alla propaganda gheddafiana, sostenendo anche dopo la morte del colonnello il passato regime libico. (R.R. per NL)