E’ tempo di guerra tra tv e tlc in Francia. Il primo a puntare l’arma è stato Gilles Pelisson, patron della prima rete televisiva privata francese TF1, che lo scorso mese ha minacciato le compagnie telefoniche di spegnere loro il segnale nel caso non siano disposte a pagare per la fornitura dei contenuti provenienti da TF1.
Una somma ben precisa: un centinaio di milioni di euro, salvo conguagli. Conseguenza del rifiuto niente più programmi di TF1 e degli altri canali collegati come LC1, TMC, NT1 o HD sui decoder e sulle livebox, cosicché i telespettatori che guardano la televisione tramite questi device (il 44% dei francesi dato che gli altri utilizzano il digitale terrestre o il satellite) il cui segnale viene fornito dagli operatori telefonici quali Orange, Sfr o Bouygues (costruttore immobiliarista proprietario di TF1) non potranno più godersi qualsivoglia spettacolo. “I telefonici incassano fior di abbonamenti per i loro pacchetti tv all’interno dei quali i contenuti prodotti dagli editori come TF1 pesano più di due terzi dell’offerta complessiva tra notiziari, reportage, serie e programmi di ogni genere. E’ giusto che paghino, così come pagano cifre impressionanti per accaparrarsi i diritti del calcio e di altri sport popolari” dichiara Pelisson. Di tutta risposta Stéphan Richard, a capo dell’operatore telefonico Orange: “Mi auguro che monsieur Pelisson non abbia perso la testa quando ci ha minacciato tutti, noi di Orange e i nostri concorrenti tra cui la stessa telecom di famiglia (Bouygues Telecom, Ndr), di spegnere il segnale. Voglio proprio vedere se ha il coraggio di farlo, dal momento che TF1 realizza il 25% dei suoi ascolti attraverso i nostri decoder. Senza il supporto di Orange e delle telecom, TF1 non va da nessuna parte”. E ancora: “Si ricordino a TF1 che Orange e i telefonici sono i primi investitori pubblicitari delle loro televisioni. Di quattrini ne versiamo già parecchi, forse troppi rispetto agli indici di ascolto misurati da Mediamétrie (azienda atta alla misurazione dell’audience francese in campo televisivo, cinematografico, radiofonico e online, Ndr) e da altri osservatori del mercato”. Dunque non resta che aspettare e vedere come la questione giungerà a termine. Vero è che, così come le televisioni forniscono contenuti, le tlc garantiscono ascolti e investimenti pubblicitari. Per farla breve, televisivi e operatori telefonici dovrebbero andare di pari passo perché l’uno non può sopravvivere senza l’altro. (L.M. per NL)