Il 2014 si era chiuso con un +12% sull’anno precedente e il solo brand Mtv aveva messo in tasca, secondo le stime Nielsen, 55 mln di euro di advertising: nei primi tre mesi dell’anno la raccolta sta registrando risultati positivi a due cifre.
Procede senza sosta e a ritmi notevoli la raccolta pubblicitaria dei canali del gruppo Viacom (tra i quali ricordiamo Mtv visibile sul digitale terrestre lcn 8, Nickelodeon e Comedy Central disponibili sulla pay tv di Sky). Come riporta un articolo apparso su ItaliaOggi venerdì 3 aprile, i dati potrebbero sembrare troppo alti e spropositati per un gruppo che in fin dei conti ripone in Mtv il suo marchio più importante, nonostante l’emittente televisiva musicale sia ferma all’undicesimo posto per audience tra i canali free del DTT – 0,68% di share sul totale individui in prima serata tra gennaio e marzo e una media attorno allo 0,6% sulle 24 ore -. Nel dettaglio, specifichiamo per i nostri lettori, Mtv e Mtv Music hanno chiuso il terzo mese dell’anno al 2,4% di share sul pregiato target individui 15-34 anni, merito soprattutto della partenza con il botto della nuova edizione di Ginnaste Vite Parallele, che si è confermato peraltro come seconda property anche nell’offerta on demand di www.mtv.it. Per quel che concerne i palinsesti poi, la scorsa settimana i telespettatori hanno assistito al debutto della quinta stagione della serie Modern Family e da questa sera andrà in onda alle 21.10 la seconda amatissima stagione di 16 anni e incinta Italia (preceduta alle 20.15 dallo speciale 16 anni e incinta-un anno dopo, in cui si vedranno i risvolti delle storie delle protagoniste della prima stagione). Viacom comunque, grazie all’aiuto e alla collaborazione di tutto il bouquet dei suoi canali, si conferma come il sesto editore della penisola, con ben sette milioni di contatti medi al giorno, un ascolto a quota 160 mila e oltre 3,8 mln di unique browsers nel mese di marzo. Analizzando il grande scenario della tv italiana, va marcato, come riporta un articolo di ItaliaOggi di giovedì 2 aprile, che gli editori free (tra i quali compare appunto anche il Gruppo Viacom), a prescindere dai buoni o dai cattivi andamenti complessivi, non sono stati finora in grado di sviluppare valide offerte in alta definizione. E il quadro risulta quasi paradossale, se consideriamo il fatto che le famiglie in pochi anni hanno completamente rivoluzionato il loro parco tv, dotandosi di apparecchiature avanzate e in Hd, purtroppo non ancora sfruttabili a dovere (per il momento solo la pay tv di Sky ha sfruttato l’Hd per differenziarsi dalla concorrenza, premendo l’acceleratore sul satellite che offre grandi valori qualitativi). “Sulla penisola le società di telecomunicazioni non hanno fatto nel tempo grossi investimenti sul cavo e la fibra – ha spiegato Pietro Guerrieri, direttore generale di Ses Astra Italia, divisione del Gruppo Ses, primo al mondo per flotta di satelliti e fatturato -; in Italia abbiamo sostanzialmente solo due piattaforme, il satellite e il digitale terrestre. Sta crescendo la fibra, ma solo nelle aree metropolitane. E il digitale – continua Guerrieri – è diventato così importante rispetto ad altri paesi perché fino a qualche tempo fa l’operatore di rete in Italia era anche editore e privilegiava quindi il segnale terrestre. In futuro anche la visione in mobilità avrà bisogno di un supporto da parte del satellite, che è cinque volte più performante delle reti mobili e costa molto meno – aggiunge il d.g. di Ses Astra -. Per questo il satellite non può più essere visto come concorrente delle altre piattaforme, ma come un supporto a soluzioni ibride: il mix satellitare e terrestre sarà inevitabile nei prossimi anni”. (V.R. per NL)