Dopo i richiami, arrivano le prime sanzioni dell’Agcom per violazione della par condicio in campagna elettorale. Il Consiglio dell’Autorità ha deciso di sanzionare il Tg4, Studio Aperto e TgLa7 per il mancato riequilibrio delle presenze delle forze politiche, dopo gli ordini inviati la scorsa settimana.
A favore il presidente Marcello Cardani e i commissari Maurizio Decina e Francesco Posteraro, contrari i commissari Antonio Preto e Antonio Martusciello. «Non condividiamo i provvedimenti sanzionatori, fondati sul criterio delle sole edizioni principali dei telegiornali – hanno spiegato i due membri indicati dal Pdl -. Un eccessivo irrigidimento dei criteri di valutazione comporta il rischio di una limitazione dell’autonomia editoriale delle testate». Il consiglio ha comminato una sanzione di 60 mila euro nei confronti del Tg4 e di 40 mila euro nei confronti di Studio Aperto. La scorsa settimana l’Autorità aveva rilevato nelle edizioni principali dei due tg l’eccessiva presenza del Pdl rispetto a tutti gli altri soggetti politici. Sanzione di 100 mila euro per i Tg di Ti Media, nei confronti dei quali è stata evidenziata una sovraesposizione di Mario Monti, Movimento 5 Stelle, Rivoluzione civile ed una scarsa presenza di Pdl e Pd. Emanati, inoltre, nuovi ordini di riequilibrio che, in caso di mancata ottemperanza, potrebbero portare la prossima settimana a nuove sanzioni. Riguardano ancora una volta i Tg di TI Media, compreso il TgLa7, per il poco spazio concesso ai piccoli partiti e all’Udc in particolare, il Tg3, per la scarsa presenza del Pdl, e SkyTg24 per una sovraesposizione del Movimento 5 Stelle e una sottorappresentazione di Idv, Fli e Udc. «Come farmacisti siamo scarsi – ha commentato il direttore del TgLa7, Enrico Mentana -. Pensiamo di non dover prendere lezione nè dai partiti politici, nè dall’Agcom, con tutto il rispetto, su come trattare le notizie. Se un politico si butta dalla finestra non possiamo far buttare tutti gli altri dalla finestra per par condicio». «Credo che i nostri numeri siano in perfetta regola – afferma il direttore di Tg4 e Studio Aperto, Giovanni Toti -. Sono convinto che questa autorithy, data anche la situazione generale del panorama informativo, molto più equilibrato e polifonico rispetto al passato, stia interpretando la legge su par condicio in modo francamente molto discutibile. Emana ingiunzioni e ordinanze talmente puntigliose e stringenti da risultare quasi ottuse e da ledere anche la libertà delle redazioni di fare scelte editoriali». (ANSA)