TV e OTT. MIA Market: Apa presenta il rapporto. La produzione audiovisiva tocca quota 1,3 mld di euro. Dominano le fiction ma gli investimenti caleranno.

MIA Market

Durante la seconda giornata del MIA Market a Roma è stato presentato il rapporto Apa (Associazione Produttori Audiovisivi).
In Italia, nel 2019, la produzione audiovisiva ha raggiunto un valore di circa 1,3 mld di euro. Tale quota è composta da investimenti in fiction (480 mln di euro), film in sala (attorno ai 400 mln), animazione (77 mln) e altri generi, fra i quali le piattaforme streaming (340 mln).

Presenti Rai, Mediaset, Sky, Netflix e MiBACT

Al MIA Market erano presenti il Presidente di Apa Giancarlo Leone, il capo di Gabinetto del ministero dei beni culturali Lorenzo Casini, l’a.d. Rai Fabrizio Salini, il direttore fiction Mediaset Daniele Cesarano, l’executive vice president programming di Sky Italia Nicola Maccanico e il vice president original series Netflix Italia Eleonora Andreatta.

Piattaforme OTT: investiti 70 mln di euro in serialità

In un settore che conta 7500 aziende e 123 mila lavoratori diretti (senza considerare l’indotto) grande è stato l’impiego di capitali da parte delle piattaforme OTT nel nostro Paese. Come ha ricordato Leone: “Nel 2019 hanno investito in Italia circa 70 mln di euro in serialità, che nel 2020 sono stimati in crescita a quota 90-100 mln, tra i 110 e 140 mln nel 2021 e tra i 140 e i 195 mln di euro nel 2022”.

Fiction: Rai in testa ma c’è il rischio di una forte riduzione

Per quanto riguarda la fiction, sulla base delle ore trasmesse, al primo posto troviamo Rai con il 74%, seguita da Mediaset con l’8%, Sky con il 7% e infine Netflix con il 6%. Il presidente Apa ha, però, evidenziato il pericolo che Rai riduca drasticamente gli investimenti nei prossimi anni, come del resto ha già fatto Mediaset, mentre più risorse arriveranno da Sky e Netflix.
Il ministero dei beni culturali, invece, ha elaborato un programma per eliminare il plafond alle risorse pubbliche a disposizione dell’audiovisivo e fornire a questo settore uno strumento sicuro.

 

Di seguito i singoli interventi dei cinque rappresentanti delle aziende partecipanti al MIA Market.

Rai: risorse incerte dal canone

Fabrizio Salini, amministratore delegato Rai, ha spiegato che dei 90 euro del canone – pagato attraverso la bolletta elettrica – alla Rai ne arrivano 74, di conseguenza vengono, secondo lui, tolte risorse importanti da poter investire. In seguito ha, così, dichiarato: “Nel 2020 abbiamo confermato il nostro impegno nella fiction, consapevoli che questo ci porterà a un conto economico in squilibrio nell’esercizio”.

Razionalizzazione dei costi e riduzione investimenti

“Nel 2021, con i cali della raccolta pubblicitaria e le incertezze sugli introiti da canone, stiamo operando razionalizzazioni sia sui costi interni, sia sugli investimenti produttivi. Non fermiamo le macchine, ma, se non arrivano risorse, Rai ridurrà gli investimenti nella fiction. Mi impegno comunque a nominare il nuovo direttore di Rai fiction e a presentare il piano fiction 2021 entro il 31 dicembre. Prometto che non terrò l’interim di Rai fiction a vita”.

Mediaset: 50 prime serate l’anno mai raggiunte

Daniele Cesarano, direttore fiction di Mediaset: “Al momento abbiamo quattro set aperti. Quando mi sono insediato nella primavera del 2017 il mio obiettivo era quello di arrivare a produrre per Mediaset circa 50 prime serate all’anno di fiction. L’obiettivo, lo ammetto senza problemi, non lo abbiamo mai raggiunto. Però nel 2019, esattamente un anno fa, si era deciso addirittura di alzare l’asticella, arrivare a 70 prime serate all’anno, con anche l’assunzione in azienda di nuove risorse. Tuttavia, in parte per gli ascolti delle fiction, che giustamente hanno anche messo in discussione la mia linea editoriale e la mia direzione, e poi con la drammatica emergenza Covid, molto è cambiato”.

Nessuna fiction originale in onda nel 2020

Infatti Mediaset – come ha chiarito il direttore fiction durante la giornata del MIA Market – dipende esclusivamente dai ricavi pubblicitari, si è rivelato il soggetto più colpito dalla crisi ed è dovuta ricorrere a piani di difesa. “Basti pensare che nel 2020 sui canali Mediaset non è andata in onda nessuna fiction originale. Quindi, il prossimo piano fiction di Mediaset non sarà di certo di 70 prime serate, che forse era solo un mio sogno, e proveremo ad avvicinare quota 50. Ovvio che le risorse e gli investimenti saranno ridotti, dovremo abituarci a lavorare con modelli di business diversi, e non so dire in percentuale quanto sarà prodotto da società indipendenti, e quanto da Taodue”.

Sky Italia: produzioni originali in aumento

Nicola Maccanico, executive vice president programming di Sky Italia, ha invece dichiarato che gli investimenti sulle produzioni originali aumenteranno: “Vogliamo riequilibrare fiction, serie e intrattenimento rispetto allo sport, che rimane un nostro core business ma non deve essere l’unica leva; vogliamo essere proprietari dei contenuti, averne il controllo, per non arrivare in situazioni nelle quali l’accesso ai contenuti si interrompe o diventa troppo costoso. Dobbiamo evitare, cioè, l’effetto cinema, industria nella quale, col moltiplicarsi di occasioni, progetti, committenti, è sceso il livello qualitativo medio”. Un’altra sfida, esposta da Maccanico al MIA Market, è quella di favorire la nascita e la crescita di talenti italiani giovani, soprattutto sul fronte attrici e attori.

Netflix Italia: in due anni 10 nuove stagioni originali italiane

Eleonora Andreatta, vice president original series Netflix Italia: “L’approdo di una struttura Netflix in Italia, anche se lavoriamo ancora tutti in smart working, ha significato cinque stagioni nuove di serialità originali italiana nel 2020. Nel giro di due anni l’obiettivo è di avere dieci nuove stagioni originali italiane all’anno”. Sulla scia delle parole di Reed Hastings – che un anno fa aveva dichiarato di voler investire in Italia 200 mln di euro nei successivi due anni – gli investimenti non riguarderanno soltanto le serie, ma anche i film, non-scripted e documentari.

MiBACT: 120 mila lavoratori e risorse pubbliche in crescita

Lorenzo Casini, capo di gabinetto del ministero dei beni culturali: “Colpisce il numero di addetti impiegati direttamente nel settore audiovisivo. Sono 120 mila, quasi come i 140 lavoratori di tutti i ministeri. […] è comunque una massa molto importante. Si è parlato del successo del tax credit (maggiorato al 40%, ndr.): più in generale le risorse pubbliche a disposizione del settore sono cresciute dai 150 mln di euro del 2007 ai 450 mln di euro del 2019 e ai 650 mln di euro del 2020. Solo per il tax credit nel 2014 erano disponibili 110 mln di euro, ora abbiamo superato i  300 mln di euro.
Durante l’evento del MIA Market, Casini ha, inoltre, dichiarato il loro impegno a eliminare il concetto di plafond, trasformando tutto in uno strumento certo e, a questo proposito, ritiene che il Recovery found possa rilevarsi uno strumento ideale. (N.S. per NL)

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