Ma anche la tv generalista deve fare uno sforzo: in particolare la Rai dovrà destinare “maggiore spazio alla programmazione per l’infanzia” e introdurre “limitazioni maggiori alla presenza di pubblicità” in questi programmi, a partire già dal nuovo contratto di servizio. E’ quanto ha sottolineato il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, intervenuto oggi a Roma a un convegno all’Accademia dei Lincei su tv e minori.
“I nuovi media – ha sottolineato il ministro – ci propongono sfide abbastanza inedite, perchè si tratta di un terreno meno arato, con regole meno definite. Penso ai videofonini, su cui il Ministero ha attivato un tavolo con i gestori per arrivare a norme di autoregolamentazione. Ma penso anche al problema di Internet, al centro delle cronache di questi giorni per il caso del bullismo ai danni di un ragazzo down”. Di qui lo sforzo “anche in sede europea, nell’ambito della discussione sulla nuova direttiva ‘tv senza frontierè – ha detto il ministro – di individuare regole che valgano, oltre che per i mezzi classici, anche per i nuovi media. L’obiettivo, nell’ambito del compromesso abbastanza accettabile ma sempre piuttosto faticoso che si va delineando, è tener conto anche in questi nuovi campi di grandi norme ‘costituenti’ come il no all’odio razziale e all’incitamento della violenza e la centralità della tutela dei minori”.
Per quanto riguarda invece il fronte piu’ tradizionale della tv generalista, “va rafforzato il sostegno alla qualità della programmazione per l’infanzia e il controllo sulla pubblicità: come governo – ha ricordato Gentiloni – stiamo intervenendo sulla quantità degli spot, ma anche la qualità e’ un problema rilevante”. Su questi aspetti, ha messo in evidenza Gentiloni, “la Rai deve svolgere un ruolo da prima della classe: ce ne stiamo occupando nel rinnovo del contratto di servizio”.
Nel nuovo contratto di servizio tra la tv pubblica e lo Stato, “abbiamo proposto importanti innovazioni – ha spiegato Gentiloni – che riguardano un maggior spazio alla programmazione per l’infanzia e un maggior sostegno ai cartoni animati italiani nell’ambito della quota di risorse destinate alla produzione italiana ed europea. Inoltre introdurremo limitazioni maggiori – altre dovranno venire dalla legge – per la presenza di pubblicità nei programmi per bambini: dobbiamo, per esempio, cambiare gli spot che interrompono questi programmi e che spesso, in testa e in coda, propongono i protagonisti degli stessi cartoon che poi vengono trasmessi oppure contengono messaggi violenti”. Queste novità, ha sottolineato il ministro, saranno inserite “nel giro di poche settimane nel nuovo contratto di servizio, in attesa che questi temi siano sottoposti a una riflessione piu’ generale nell’ambito del disegno di legge di riforma della Rai”.
La premessa generale a questi sforzi, ha concluso Gentiloni, “sono la fiducia e il sostegno a organismi come il Comitato tv-minori che svolgono un ruolo di presidio delle norme e si battono perche’ le regole vengano applicate. In molti casi, infatti, la normativa esistente e’ soddisfacente anche se va aggiornata per il settore dei nuovi media e sul fronte della pubblicità. Naturalmente non tutto puo’ venire dalla tv che pero’ deve svolgere tutta la sua potenzialità positiva e limitare gli impatti negativi sui minori”.