“Nel lungo termine la televisione connessa a internet sarà un enorme business, ma siamo ben lontani da quello che davvero vogliono i consumatori e che determinerà il suo successo”.
Così ha spiegato in un’intervista riportata da Corriere Economia di oggi l’analista statunitense James McQuivey, conscio del fatto che il mondo dei consumatori elettronici si divide almeno in due macrocategorie: da una parte tutti coloro che venerano l’hi-tech e che – cosa determinante – lo padroneggiano; dall’altra i vecchi fruitori della televisione tradizionale, per lo più pantofolai pigri, che preferiscono subire i palinsesti della scatola nera. Un modo come un altro per dire che, nonostante la tecnologia sia pronta per essere presentata al pubblico da numerosi e diversi sostenitori del binomio internet-tv (Google, Apple, Netflix, ecc.), la maggior parte dei telespettatori preferisce oziare davanti allo schermo limitandosi allo zapping. Senza contare che il mercato è ancora “fermo” alla trasmissione di cinema, serie tv e sport, e sono davvero pochi coloro che sarebbero pronti ad offrire contenuti studiati per l’interazione di due sistemi diversi come il web e il televisore. Le prove in corso sono soddisfacenti e fanno presumere che in un futuro (forse non così lontano come suggerisce McQuivey) internet avrà il predominio sulla programmazione tv. Un chiaro esempio di come potrebbero andare le cose l’ha dato Philips con la serie di televisori led e tecnologia Ambilight, connessi al web con il sistema Net Tv, nel quale risiedono marchi già predisposti alla visione di contenuti online sulla tv. Dunque, con formato 16:9 e contenuti facilmente navigabili anche con un telecomando (dispositivo il cui utilizzo obbliga ad essere più lenti che con mouse e tastiera). L’esperienza è totalmente nuova, decisamente intrigante, ma chiunque volesse far parte del mondo Net Tv di Philips è obbligato a creare, del proprio sito, una nuova versione sintetizzata ed essenziale, per fare in modo che le proprie pagine siano visualizzabili correttamente dall’ennesimo dispositivo online. Dunque, l’interesse per gli operatori rallenta e non tanto per i costi, quanto piuttosto per la paura (sincera) di vedere il proprio già misero pubblico frammentato in molte direzioni diverse, dove la concorrenza si moltiplica e diventa sempre più difficile rimanere a galla e riconoscere il proprio target. Ma rimane il fatto che serie tv e film vengono sempre più spesso veicolate dal web, attraverso il quale è possibile comprare, noleggiare e ordinare qualsiasi pellicola sul mercato. Così i grandi network hanno paura di perdere telefilm e cartoon, mentre Hollywood teme di perdere la distribuzione e i relativi incassi. Sarà un processo molto lento, ma succederà. E allora tutti dovranno organizzarsi (solo pochi lo stanno già facendo). Per ora rimaniamo in attesa di vedere se Google Tv e Apple iTv cambieranno (cambieranno?) il mercato europeo a partire dall’anno prossimo. Se poi il mondo televisivo dovesse essere davvero stravolto ci preoccuperemo (troppo tardi?) di aggiornare il nostro modo di goderci la tv. Operatori compresi. (M.M. per NL)