Si trattava di un servizio pressoché unico nel panorama della rete italiana: Faucet, un videoregistratore personale programmabile tramite il sito internet www.vcast.it, che permetteva di registrare un bouquet di canali televisivi digitali (perlopiù Rai, ma anche Cielo, Sportitalia e altri) in formati predisposti per i dispositivi mobili (ma anche in DivX).
L’interfaccia, essenziale ma efficace, consisteva in una pagina web con pochi e semplici menu a tendina per programmare le registrazioni: canale, giorno, ora, formato, eventuale ripetizione giornaliera o settimanale. Più facile di molti apparecchi casalinghi, con il vantaggio di poter registrare più canali contemporaneamente. Le registrazioni potevano in seguito essere scaricate oppure visionate direttamente in streaming, il tutto gratuitamente. Una piccola grande idea che aveva riscosso un notevole successo sul web: 200.000 utenti registrati, secondo i dati dello stesso staff di VCast. Eppure, Faucet è stato repentinamente soppresso all’inizio di agosto, inizialmente senza troppe spiegazioni. Una piccola rivolta si è subito sviluppata in rete, con utenti disperati, delusi o semplicemente dispiaciuti per aver perso la disponibilità di un servizio a cui non si trovano valide alternative. Dopo un breve periodo di silenzio, VCast è poi riapparso come sito-blog di informazione sui media, aprendo ai commenti e pubblicando alcuni articoli esplicativi sulle reali motivazioni della chiusura di Faucet. In sostanza par di capire che vi siano stati problemi legati a diverse interpretazioni della normativa sulla registrazione personale dei programmi TV. Interpretazioni che difatti avevano portato Mediaset a diffidare VCast dal mettere a disposizione la registrazione dei propri canali, e la Rai a esprimere dubbi sulla legittimità del servizio, pur tollerandolo. Al di là di ciò, la vera contingenza che sembra aver costretto alla chiusura è stata la lievitazione dei costi di gestione del sistema di registrazione, storage e streaming, che probabilmente soffriva anche di problemi di sottodimensionamento (almeno a giudicare dalle difficoltà e dai ritardi con cui venivano erogate le registrazioni in tempi recenti). Un recente post sembra però segnare un possibile ripensamento, con l’annuncio della riapertura del servizio a settembre, seppure con connotati leggermente diversi. Altri nel frattempo stanno cercando di capire se replicare l’esperienza di Faucet sia possibile, magari rendendo il servizio a pagamento. Paradossalmente, in questo settore sono proprio le grandi emittenti televisive a essere ben poco presenti: Rai e La7 permettono di rivedere i contenuti dell’ultima settimana in streaming, ma con diverse esclusioni, scarsa qualità e senza possibilità di download; Mediaset, dopo aver archiviato in fretta e furia l’esperimento RiVideo, mette a disposizione sul proprio sito pochissimi contenuti, anch’essi non scaricabili. Nessuno pare avere intenzione di prendere a esempio l’idea di Faucet di riproporre con modalità innovative il Video on Demand come si faceva una volta: registrando i programmi. Un’opportunità che evidentemente non interessa ai nostri broadcaster, sempre impegnati a difendere (invano) i propri copyright dalla libera circolazione dei contenuti. (E.D. per NL)