Per il momento Sky smentisce, ma se davvero dovesse riuscire a prendere due pezzi da novanta al prezzo di uno, allora rinunciare sarebbe una pazzia. Specie in tempi di crisi di come questi.
“Si tratta di voci infondate su un progetto che non ha alcun riscontro", fanno, infatti, sapere dall’azienda, diretta dal primo agosto da Andrea Zappia, subentrato a Tom Mockridge, promosso a capo di News International dopo lo scandalo di News of the World. Su Cielo, come annunciato da Sky nei mesi scorsi, sta infatti per partire il programma di approfondimento affidato all’ex direttore di Sky Tg24, Emilio Carelli. A Sky si sono sentiti in dovere di replicare alla notizia, rilanciata lo scorso 10 agosto da un articolo pubblicato su Libero. Il foglio diretto da Belpietro, infatti, insinuava di un presunto piano dell’azienda per portare il masaniello dei giornalisti italiani, Michele Santoro, attualmente svincolato, su Cielo, il canale in chiaro di Sky sul DDT (vettore: Rete A del Gruppo L’Espresso). L’ipotesi pareva molto suggestiva e il giornale milanese, per caricarla ancor di più, rilanciava sostenendo che anche il Fatto Quotidiano avrebbe preso parte al progetto, con una quota di minoranza. Insomma, un piano nascosto per fare di Sky, o per lo meno della sua versione in chiaro, una sorta di roccaforte rossa sul digitale terrestre, dopo i tentativi di golpe falliti a La7 (che recentemente, però, ha ingaggiato l’ex direttore di Rai3 Ruffini, tingendosi, così, un po’ di rosso comunque). Fatto sta, però, che nonostante l’apparente infondatezza – come spesso accade – della notizia diffusa dal quotidiano di Belpietro, quelle poche righe hanno dato via al solito circo mediatico di rilanci e smentite, tirando in ballo anche personaggi esterni e apparentemente scollegati. Il giorno dopo lo scoop sul presunto piano segreto, infatti, il quotidiano economico ItaliaOggi è andato in edicola con una breve intervista a Carlo Freccero, direttore di Rai4 e uno dei candidati ideali a sostituire Paolo Ruffini a Rai3. Il dirigente Rai ha esordito commentando amaramente la notizia di una sua possibile candidatura alla direzione del canale dato in appalto dai vertici Rai al Pd. “Non c’è nessuno spazio – ha tagliato corto causticamente – quella nomina la decide il Pd e io non ho alcun tipo di sponsor nel partito”. Fine della storia. Il discorso ha, poi, casualmente virato su Santoro, il suo futuro e la “bomba” di Libero. Il direttore, fresco di rinnovo e di ottimi risultati in casa sua (l’1,2% di share e una raccolta pubblicitaria che nel 2011 toccherà quota 40 milioni: non male, considerando che Freccero, al pari di Santoro, in Rai deve continuamente guardarsi le spalle), già agli inizi di luglio, in un’intervista a La Zanzara, programma d’approfondimento di Radio 24, condotto da Giuseppe Cruciani non aveva nascosto di avere un sogno nel cassetto: “Vorrei fare un nuovo progetto di tv libera, con Santoro – aveva annunciato – ci sto lavorando un po’ per valutare se è possibile costruire questa convergenza, anche con le tv locali. Sì, c’è la possibilità che mi dimetta dalla Rai, anche a breve”. Le dimissioni, poi, non sono arrivate, probabilmente perché i termini per far partire il progetto non sono stati trovati. L’idea, in realtà, ha radici antiche, pluridecennali, così come l’amicizia tra Freccero e il conduttore campano. Ora, però, arriva un nuovo appello, o provocazione, chiamatelo come volete. Nell’intervista a ItaliaOggi, infatti, alla domanda del giornalista che chiedeva se fosse disposto a lasciare la Rai per raggiungere Santoro a Cielo, nell’eventualità in cui il matrimonio andasse in porto, Freccero rispondeva: “pagherei io per andare a guidare quella rete”. Una provocazione, certo, ma che aiuta a comprendere come, tra porcate di governo, concorsi di bellezza, difetti di ricezione e tv locali in subbuglio, il digitale terrestre potrebbe, per lo meno, risultare un’ottima opportunità per la convergenza di elementi di qualità del nostro desolante panorama televisivo. (G.M. per NL)