Tv e informazione. San Marino RTV annuncia querela al “Fatto Quotidiano”

Il direttore generale dell’emittente pubblica, Carlo Romeo, accusa il giornale di inesattezze, fantasie, vecchie informazioni mal capite e peggio utilizzate.

Un organo di informazione che ne querela un altro. Con una dichiarazione intitolata ‘Il Fatto invade San Marino?’, Carlo Romeo, direttore generale di San Marino RTV, la televisione di stato della piccola repubblica, ha annunciato che querelerà “il Fatto Quotidiano” per un articolo pubblicato il 1 giugno. Nell’articolo, ricorda Romeo, si parla, in particolare, del rapporto con la Rai. Si sostiene che viale Mazzini spende “3,6 milioni” per una sede che viene definita “fantasma”, che non produce servizi e programmi, e che ha “60 dipendenti inutilizzati per un pubblico potenziale di 15.000 persone”. L’emittente pubblica radiotelevisiva sammarinese, si legge nel sito ufficiale di RTV, fu costituita nel 1991 con un capitale sociale sottoscritto al 50% da ERAS (Ente per la Radiodiffusione Sammarinese) e dalla RAI. Ora dispone di un canale satellitare e di quattro sul digitale terrestre. I residenti nella repubblica sono circa 32 mila. “Il Fatto – commenta Romeo – con un articolo a firma Emiliano Liuzzi si occupa di RAI, di San Marino e della sua RadioTelevisione, infilando una dopo l’altra inesattezze giornalistiche, fantasie apparentemente e incomprensibilmente rancorose, condite da un paio di vecchie informazioni mal comprese e peggio utilizzate. Peccato. Sarebbe bastata una semplice telefonata a San Marino per evitare di fornire false informazioni, per non dire balle, sul conto di un piccolo Stato, della sua RadioTelevisione e dei suoi dipendenti, il cui lavoro è facilmente verificabile e verificato tutti i giorni. Se una telefonata fosse stata troppo impegnativa, è possibile trovare altrettanto facilmente sul web i bilanci 2011 e 2012 della San Marino RTV, il Piano Editoriale e il Piano Industriale 2013-2015 e persino il reale stipendio dell’attuale Direttore Generale, purtroppo di molto inferiore a quello millantato dal “Fatto”. A questo punto, come spesso accade in Italia, saranno purtroppo gli avvocati a dover ristabilire la verità e chi ha sbagliato avrà sicuramente modo di pagare”. (Ossigeno per l’informazione).

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