Il governo sta studiando l’ipotesi di modificare i tetti di affollamento pubblicitario per la pay tv: la decisione arriverà entro giovedì 17 dicembre, data dell’ultimo consiglio dei ministri prima della pausa natalizia.
Lo ha spiegato il viceministro alle Comunicazioni Paolo Romani (foto), tra le proteste dell’opposizione che legge nel progetto un tentativo per mettere un freno a Sky, che però trova soddisfazione con il rilascio della sospirata autorizzazione per il programma DTT Cielo, che partirà stasera alle 19.00. "L’ipotesi di differenziare i tetti di affollamento pubblicitario tra la tv free e la pay – ha risposto Romani incalzato dai giornalisti in merito alle indiscrezioni pubblicate ieri da Repubblica – è una possibilità che il ministero sta verificando in base alle indicazioni della nuova direttiva Ue" in materia di servizi di media audiovisivi (l’ex Tv senza frontiere), che i Paesi membri devono recepire entro l’anno. La legge delega scade infatti il 19 dicembre e per questo lo schema di decreto legislativo dovrebbe approdare al consiglio dei ministri di giovedì. La rimodulazione dei tetti di affollamento pubblicitario, sottolinea ancora Romani, "riguarda in ogni caso tutta la pay tv: per certi versi è coinvolta anche Mediaset", con l’offerta a pagamento sul digitale terrestre, e "nasce da una richiesta precisa della Fieg, delle emittenti locali, e di una importante associazione di consumatori come l’Adiconsum, che ci hanno chiesto limiti maggiori sulla pubblicità". Nessuna conferma per l’ipotesi di una riduzione del tetto orario degli spot dal 18% al 12%: il viceministro si limita a sottolineare che "quella pubblicata da Repubblica è una delle bozze del provvedimento, peraltro superata" e che in ogni caso la direttiva prevede che il limite si mantenga sotto il 20%. L’opposizione non ci sta. Il Pd, con il responsabile Comunicazioni Paolo Gentiloni, parla di "vero e proprio ribaltone del nostro sistema televisivo ad uso e consumo delle reti Mediaset"; l’Idv, con il capogruppo in Vigilanza Pancho Pardi, è convinta che il governo lavori "a tempo pieno per il premier", anche con "il decreto salva-Mediaset"; l’Udc, con Roberto Rao, invita piuttosto l’esecutivo a impiegare "energie e tempo per frenare l’evasione del canone Rai che ha raggiunto la quota del 30% per un valore di oltre 500 milioni di euro". Sono invece concretamente preoccupati a Fox Channels Italy, dove temono che l’eventuale abbassamento dei tetti pubblicitari possa costringere l’azienda a "tagliare posti di lavoro". Le associazioni delle emittenti locali chiedono invece che venga "azzerata la pubblicità sulla pay tv"; sulla stessa linea anche l’Adiconsum. (fonte ANSA)