Dopo quattro anni dallo sbarco nel nostro paese, il canale appartenente al gruppo statunitense è andato molto vicino alla soglia di 140 mln di ricavi tricolori, raggiungendo un totale di 8,8 mld di dollari complessivi.
Niente star dello spettacolo, né talk show al vetriolo: soltanto lunghe dirette tv che spiegano i prodotti, le loro qualità e i loro pregi, cercando di costruire attorno ad esso un vero e proprio evento. Un format semplice, in cui generalmente il presentatore viene affiancato dall’ospite esperto nel prodotto di cui si sta trattando. “Ci sono settori in cui il consumatore è ormai solo, anche se si trova a dover fare un acquisto impegnativo, come una lavatrice o un fornello – spiega Paolo Penati, a.d. di Qvc Italia -. Trovare un addetto che dedichi tutto il tempo necessario alle spiegazioni è sempre più difficile. Noi raccontiamo delle storie, perché raccontiamo cosa sta dietro a un prodotto, e lo facciamo chiamando a partecipare alle nostre vendite il produttore, l’ideatore, l’esperto. È come – continua Penati – se il cliente avesse il suo personal shopper. Testimoniamo un’evoluzione del consumo di cui bisogna prendere atto e che va affrontata in modo adeguato. Il web non ha confini: se non stiamo attenti alle modalità con cui si trasforma la distribuzione, rischiamo che qualcuno ne approfitti da altri paesi. Ma l’Italia ha un patrimonio da sfruttare a suo vantaggio e deve provare a vendere i suoi prodotti all’estero”. Ricordiamo ai nostri lettori che il successo del canale di televendite (lcn 32 del DTT) è avvenuto in tempi rapidissimi, dal momento che allo sbarco nell’ottobre 2010, Penati era circondato solo da un pugno di collaboratori: oggi invece in Qvc Italia lavorano oltre 600 persone e il ceo ha da poco assunto Chiara Pariani, direttore marketing e e-commerce, nonché suo braccio destro. A termine dell’anno 2014, va sottolineato che l’emittente ha raggiunto un fatturato di 138 mln di euro, come riporta un articolo de Il Corriere della Sera di lunedì 13 luglio, contro la perdita dell’anno precedente, che aveva costretto il gruppo statunitense a grossi finanziamenti. “Qvc ha creduto nel mercato italiano, e ha continuato a investire e a confermare la volontà di crescere in Italia. Gli investimenti perdurano, e la liquidità aumenta. In aggiunta all’investimento iniziale – specifica Penati – per garantire ai clienti un servizio migliore, l’azienda ha investito anche su un centro logistico tricolore”. E nel comparto televisivo italiano, anche il broadcaster statunitense Discovery sta attraversando un periodo piuttosto positivo, sia sul fronte ricavi che su quello occupazionale. Il 2014 infatti, come riporta un articolo di martedì 14 luglio di ItaliaOggi, si è chiuso in crescita del 16% sull’anno precedente, con ricavi a quota 166,6 mln di euro, e utili per 5,2 mln, contro la perdita di 7,4 mln del 2013. Numeri che mostrano chiaramente che il gruppo di Real Time &co sta piantando solide radici nel nostro paese: l’a.d. Marinella Soldi sta anche tenendo sotto controllo e monitorando il fronte occupazionale, che è aumentato di cinque unità tra il 2013 e il 2014. Per quanto riguarda scenari e sviluppi futuri invece, i vertici Discovery non si sbilanciano troppo, limitandosi a far saper che “nei primi tre mesi dell’anno la raccolta pubblicitaria ha registrato un andamento positivo. In tale contesto, l’obiettivo della società è di rafforzare nell’esercizio 2015 le proprie quote di mercato in Italia, con attenzione centrata sullo sviluppo dei propri canali, sull’efficienza operativa, sulla generazione di cassa e sulla profittabilità nel medio periodo. Il risultato 2015 – ricordano – rimane condizionato dall’andamento del mercato pubblicitario, su cui al momento risulta molto difficile produrre stime attendibili”. (V.R. per NL)