Mediaset è pessimista sulle prospettive del mercato pubbilicitario di quest’anno ma anche su quelle del 2013 e teme, parallelamente, che a switch-off non ancora concluso il digitale terrestre sia già una tecnologia sul punto di essere superata.
"Ci aspettiamo che il mercato pubblicitario sia pessimo nel 2012 e, se va bene, sarà uguale nel 2013", ha detto il direttore marketing strategico del gruppo, Marco Paolini, nel corso di un convegno sulla situazione del sistema televisivo, ormai vicino alla piena digitalizzazione. La crisi economica in corso, che ha ridotto drasticamente gli investimenti pubblicitari, unita al frazionamento dell’audience indotta dal digitale, che ha ulteriormente ridimensionato i ricavi per singolo canale, ha generato – secondo il manager – "un rapporto non più corretto tra quello che si spende e quello che si ricava" e si dovrà quindi trovare un nuovo modo di pensare i contenuti. Anche la teoria per cui i canali tematici "ben profilati" siano particolarmente attraenti per chi investe in pubblicità "si è rivelata falsa": "Purtroppo in questo mercato i canali tematici sono comprati esattamente come quelli generalisti", ha detto Paolini. Unendosi quindi ai timori espressi anche da alcuni esponenti delle televisioni locali, il dirigente di Mediaset è convinto che "l’attuale mole degli investimenti in pubblicità non regga più il numero di canali esistenti". "Non vorrei infine – ha concluso – che il digitale terrestre di cui parliamo non sia già una cosa preistorica: temo che il futuro sia piuttosto la connettività alla rete". Fra due o tre anni, ha spiegato, si stima che 7-8 milioni di televisori (parte degli apparecchi che vengono ogni anno sostituiti) saranno connessi alla rete. "Cinque anni fa Mediaset aveva paura dell’arrivo del gruppo Murdoch (Sky), oggi ha paura di Google, Apple, Facebook. Penso che i veri problemi nei prossimi tre anni verranno da questo". (Reuters)