(Il Velino) – Mediaset investirà un miliardo di euro entro il 2012 per il digitale terrestre, e altri due miliardi sono già stati investiti dal 2004 ad oggi; la Rai risponde con 290 milioni l’anno per i prossimi quattro anni, e altri 100 milioni l’anno li mette nel prodotto. Sforzi enormi, soprattutto in tempi di crisi; sforzi garantiti dalla sensibilità delle istituzioni e ricompensati alla grande dalla risposta del mercato. A maggio 2009 sono 7.363.103 (il 31 per cento) le famiglie italiane abilitate a guardare la tv digitale terrestre; 6.445.830 (il 27 per cento) guardano la tv satellitare, e tra queste 4.587.432 sono abbonate a Sky Italia; il restante 42 per cento della popolazione, ma ancora per poco, guarda la vecchia tv. Che il digitale terrestre avrebbe superato il satellite era scontato; che avesse già messo la freccia lo si era intuito dai dati su diffusione (Makno) e vendite (Gfk). Ma ora che a certificare il sorpasso è proprio Auditel (dati ricerca di base Ipsos), la società che dal 1986 ha l’onere di aggiornare il proprio campione praticamente in tempo reale, la cosa impressiona un po’ di più. Chi non si impressiona affatto, è il direttore dell’Auditel, Walter Pancini. “Un sorpasso fisiologico – ha esordito confermando i dati – il digitale terrestre non potrà che crescere in forza di un calendario di switch over e switch off approvato dalle istituzioni che vuole tutto il Paese digitalizzato entro il 2012. Un movimento ineluttabile. Ma sarebbe un errore parlare di gara tra le diverse piattaforme. Piuttosto parlerei di corsa della Tdt, che tra dicembre 2008 e aprile 2009 ha guadagnato il 15 per cento. Una corsa inarrestabile che Auditel segue da un punto di vista tecnologico sia della ricerca di base. La vera sfida – ha concluso Pancini pensando soprattutto agli inserzionisti – non è sulla diffusione, non è su questo che competono i dirigenti dei broadcaster. La partita si gioca sui contenuti: ora c’è una prateria digitale da riempire…"