Tv. DPR 146/2017, Giunco (Confindustria RTV): scenario inquietante in caso di dichiarazione di incostituzionalità dello scalino preferenziale

7880, Maurizio Giunco, DL Rilancio, scalino preferenziale

Una eventuale dichiarazione di incostituzionalità della norma del DPR 146/2017 relativa allo scalino preferenziale avrebbe effetti ex tunc, determinando uno scenario inquietante…
Giunco (Associazione Tv Locali di Confindustria Radio Tv): L’ipotesi che ne potrebbe conseguire è una revisione dei contributi già liquidati sulla scorta dello scalino preferenziale, con restituzioni o conguagli per le imprese che li hanno percepiti.
Esistono naturalmente una serie di possibilità di revisione dell’attuale norma, ma ciò che preoccupa di più sono i tempi necessari, tempi che penalizzerebbero tutti, i primi 100 FSMA e quelli che sono posizionati oltre.
Il Ministero dovrebbe intervenire con qualche lieve modifica senza scardinare i pilastri del DPR 146/2017.  In alternativa si rischia di salutare i contributi e… le televisioni locali.

Sintesi

Torniamo a parlare dell’ordinanza del 18/01/2024, pubblicata il 06/02/2024, sul ricorso R.G. 7351/2023, del Consiglio di Stato, con la quale il Supremo Consesso di giustizia amministrativa ha ritenuto “rilevanti e non manifestamente infondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 4-bis del decreto legge 25 luglio 2018, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 settembre 2018, n. 108, e art. 13, comma 1-bis, del decreto legge 18 ottobre 2023, n. 145, come convertito con modificazioni dalla legge 15 dicembre 2023, n. 191″, sospendendo il giudizio “fino alla definizione dell’incidente di costituzionalità” da parte della Consulta.

Il punto di vista di Confindustria Radio Tv

Lo facciamo questa volta con Maurizio Giunco, presidente dell’Associazione Tv Locali, federata in Confindustria Radio Tv.

Non una sorpresa, ma la questione va inquadrata correttamente

(NL) – L’incidente di costituzionalità sul cd. scalino preferenziale vi ha colto di sorpresa?
(Maurizio Giunco) – Direi proprio di no, visto che era una delle possibilità. Devo però precisare che il rinvio alla Corte Costituzionale da parte del Consiglio di Stato non attiene alla supposta illegittimità dello scalino preferenziale, bensì alla legittimità costituzionale dell’articolo 4 bis del decreto legge 25 luglio 2018, n.91, che eleva al rango di legge il D.p.r. 146, e dell’articolo 13, comma 1 bis, del decreto legge 18 ottobre 2023, n. 145, fornendo un’interpretazione autentica della predetta norma.

Valorizzazione “ragionevole” di indici di ascolto e numero di dipendenti impiegati

Non va poi dimenticato che le sentenze del Consiglio di Stato del 9 settembre 2022 non hanno dichiarato l’illegittimità dell’impalcatura del D.p.r. 146, relativamente alla valorizzazione “ragionevole” degli indici di ascolto ed al computo del numero dei dipendenti.

In discussione solo lo scalino preferenziale, che però è uno stimolo

Si sono limitate a dichiarare l’illegittimità della sola previsione, contenuta nell’art. 6, comma 2, del citato D.p.r., riferita alla formazione di una graduatoria con uno scalino preferenziale in favore dei primi 100 classificati, il quale in realtà rappresenta uno stimolo a migliorare la propria struttura e la propria programmazione.

Miglioramenti

Infatti, non sono pochi i FSMA che, occupando inizialmente posizioni superiori alla 100° sono poi riusciti a superare lo “scalino”  migliorando le proprie performance.

La ratio del regolamento

D’altra parte, il legislatore, con il nuovo regolamento, ha inteso proprio sostenere le aziende che svolgono un reale servizio di pubblica utilità, garantiscono occupazione, e riscuotono consensi di pubblico.

La genesi

Bisogna rammentare che il D.p.r. 146 nasce, in sostituzione della L.448/1998, tenendo conto della deliberazione della Corte dei Conti 28 dicembre 2015, n.13/2015/G nella quale si sollevavano una serie di perplessità circa la polverizzazione delle provvidenze (cd. contributi a pioggia) e sulla mancanza di una specifica finalizzazione dei contributi.

Supposta illegittimità tutta da discutere

(NL) – C’è il rischio che il Ministero decida di sospendere l’erogazione dei contributi relativi al 2023 per le tv commerciali?
(Maurizio Giunco) – Non lo ritengo possibile, in primis perché la questione di “supposta illegittimità” è ancora tutta da discutere, in secondo luogo ciò darebbe origine ad una catastrofe.

Ministero consapevole

Il Ministero ne è conscio e ha sempre dimostrato una particolare attenzione al tema.

I contributi valgono il 40% dei ricavi delle aziende tv locali

Occorre evidenziare che i contributi rappresentano mediamente il 40% dei ricavi totali delle aziende televisive.

Crisi occupazionale

Privarle anche solo per un anno di tali introiti, che concorrono in modo determinante al pagamento dei dipendenti, getterebbe tali imprese in una profonda crisi con gravi danni soprattutto sotto il profilo occupazionale.

Scenario inquietante

(NL) – Una eventuale dichiarazione di incostituzionalità della norma del DPR 146/2017 relativa allo scalino preferenziale avrebbe effetti ex tunc. Uno scenario inquietante…
(Maurizio Giunco) – Molto più che inquietante, l’ipotesi che ne potrebbe conseguire è una revisione dei contributi già liquidati sulla scorta dello scalino preferenziale, con restituzioni o conguagli per le imprese che li hanno percepiti.

Effetti nel tempo

A ciò si andrebbero a sommare i minori introiti che l’annullamento dello scalino comporterebbe per le annualità future, che interesserebbe proprio le emittenti più performanti.

Contromisure indispensabili

Mi auguro che in questo ipotetico caso, il Ministero possa individuare soluzioni al fine di sostenere le aziende che dovrebbero restituire un’importante quota riconosciuta per svariati anni. Quota peraltro percepita legittimamente in virtù di una legge dello Stato.

Ricadute sul comparto

In tal caso, comunque, le ricadute sul comparto sarebbero devastanti e andrebbero logicamente a colpire soprattutto le emittenti più strutturate.

Piano B

(NL) – Esiste un Piano B con un nuovo regolamento?
(Maurizio Giunco) – Il percorso per la realizzazione del D.p.r. 146 ha richiesto circa due anni. Esistono naturalmente una serie di possibilità di revisione dell’attuale norma, ma ciò che preoccupa di più sono i tempi necessari, tempi che penalizzerebbero tutti, i primi 100 FSMA e quelli che sono posizionati oltre.

Intervento… salutare

Il Ministero dovrebbe intervenire con qualche lieve modifica senza scardinare i pilastri della 146, in alternativa, a mio avviso, si rischia di salutare i contributi e le televisioni locali. (E.G. per NL)

 

 

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