Nonostante le amorevoli cure del gruppo Discovery Italia, il canale Nove (ex Deejay Tv) continua a subire notevoli perdite. Lo ammette lo stesso broadcaster americano.
Nel bilancio della sua filiale italiana, infatti, la società All Music spa, acquisita al 100% da Discovery Italia a inizio 2015, chiude l’esercizio 2015 con un valore della produzione pari a 11,2 mln di euro, costi della produzione per 19,2 mln di euro, e perdite per 8,1 mln di euro. Con un patrimonio netto negativo di 1,6 mln di euro, sicuramente differente rispetto ai 36,8 mln di euro cui è iscritta nel bilancio di Discovery Italia la partecipazione in All Music. Poco da stupirsi, insomma, se riflettiamo ancora una volta sulle difficoltà che riscontra in Italia la tv generalista, il cui palinsesto va mantenuto accattivante tutti i giorni e per molte ore, con costi elevati spesso non coperti da un’altrettanto ricca raccolta pubblicitaria. Nel 2015, ad esempio, la raccolta pubblicitaria di Nove, a cura della concessionaria Discovery Media, è stata pari a 12,8 mln di euro. Quindi l’andamento di All music-Deejay tv-Nove persiste nel registrare sconfitte, come nei cinque esercizi precedenti al 2015, quando, sotto il controllo del gruppo Espresso, la tv al tasto 9 aveva comunque visto vistose contrazioni per oltre 20 mln di euro complessivi. Il momento no del 2015, come spiegano gli amministratori di Discovery in bilancio, non dovrebbe tuttavia perdurare ed è attribuito soprattutto “ai significativi investimenti in marketing e promozione del canale tv”. Nei primi mesi del 2016 “l’andamento è nettamente diverso” ma è facile ipotizzare che né il 2016 né il 2017, quando assisteremo al notevole investimento su Maurizio Crozza e le sue produzioni, si chiuderanno in equilibrio. Sta di fatto che lo scorso 10 giugno il gruppo Discovery si è impegnato a versare 10 mln di euro ad All Music spa, a fronte della perdita dell’esercizio 2015. E quuesto dopo i 15.790.965 euro già scuciti all’acquisto di All Music, a inizio 2015. Il prototipo della tv generalista, quindi, finora è già costato oltre 25 mln di euro al gruppo Discovery Italia. Gruppo, peraltro, molto solido, e che grazie agli altri canali in chiaro (Real Time, Dmax, Focus, Giallo, K2, Frisbee) e a quelli pay (su tutti, qiuelli di Eurosport) presenta ricavi 2015 in crescita del 17,2% a 195 mln di euro, e un utile di 8,5 mln dopo i 5,2 mln del 2014. Risultato 2015 che avrebbe potuto essere ancor più positivo se non vi fosse stato un salto dei costi della produzione del 20,5% a quota 183,3 mln di euro. Quanto alla struttura dei ricavi, la raccolta pubblicitaria 2015 vale ben 174,6 mln (+19.4%), i ricavi televisivi 6,5 mln (sono le fee per la cessione dei canali Discovery ed altre piattaforme pay e si sono dimezzati rispetto al 2014), le prestazioni di servizi 13,7 mln (raddoppiate rispetto al 2014). C’è da dire che non è sicuramente strada facile per chi voglia fare affari nella tv italiana del 2016: Mediaset, con la generalista, ha tirato su una bella fetta di entrate (3,6 mld di utili negli ultimi 13 esercizi, ma dal 2011 anche Canale 5, Italia 1 e Rete 4 tirano il fiato) e ne ha persi un po’ con la pay tv Premium; Sky Italia, negli ultimi 13 anni, non ha né guadagnato né perso con la sua pay tv, e le più recenti operazioni generaliste su TV8 certamente non miglioreranno i conti a breve; La7, dopo anni di indecisione ha trovato un suo equilibrio con la gestione di Urbano Cairo, ma non si può ancora un campione su cui puntare tutto. Discovery fa il grosso dei suoi incassi e dei suoi utili con la tv “del digitale terrestre”, ovvero canali specializzati e con target mirati, ma deve ancora dar prova delle sue capacità nel grande carrozzone generalista. (S.F. per NL)