Il 13 novembre si è svolto a Bruxelles il Consiglio Ue sulle comunicazioni, chiamato a pronunciarsi in merito alla proposta di compromesso finlandese sulla Direttiva Reding che aggiorna le regole europee in materia televisiva. Al termine del Consiglio l’Italia – rappresentata dal Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ha espresso soddisfazione per i passi avanti compiuti, ma ha confermato le “forti riserve” italiane sul fatto che si preveda una “eccessiva liberalizzazione” degli spot pubblicitari.
“Esistono dei rischi’, ha scritto il ministro in una dichiarazione fatta mettere a verbale alla fine del Consiglio, auspicando che le riserve italiane “non si debbano trasformare in un voto contrario”. “Per noi – ha spiegato il ministro – servirebbe una maggiore limitazione degli spot e delle telepromozioni, soprattutto in certe fasce protette. E su questo chiediamo all’Europa di fare di piu”. Gentiloni ha innanzitutto confermato le perplessità sul cosiddetto product placemenet, vale a dire la pubblicità di un prodotto all’interno di un programma televisivo: “Noi – ha detto ai colleghi europei – siamo in linea di massima contrari all’impiego di questa pratica. Abbiamo quindi apprezzato i miglioramenti contenuti nel compromesso che introducono un divieto generale e solo una possibilità di deroghe. Crediamo però tali deroghe debbano essere meglio definite e comunque ristrette a un numero più limitato di casi”.
Poi c’è la questione dell’affollamento pubblicitario: “Riteniamo che la pausa di 30 minuti tra le interruzioni pubblicitarie per alcune tipologie di trasmissioni, vedi quelle per i bambini, sia troppo breve”, ha spiegato Gentiloni, che ha proposto di elevare il limite a 40 minuti. Inoltre – ha sottolineato il ministro nel suo intervento al Consiglio – “non siamo d’accordo con la liberalizzazione degli spot pubblicitari durante le trasmissioni di eventi sportivi e proponiamo semplicemente il ritorno all’attuale direttiva, dove si dice che gli spot pubblicitari e di televendita isolati devono costituire eccezioni”. Infine l’Italia chiede di includere le telepromozioni nel tetto del 20% previsto dal compromesso della presidenza finlandese (cioè il limite massimo di dodici minuti di pubblicità ogni ora).
“Senza le modifiche da noi richieste – ha concluso il ministro nel suo intervento al Consiglio – avrei difficoltà a dare l’assenso dell’Italia al progetto di compromesso proposto oggi dalla presidenza finlandese, alla quale comunque va dato atto degli sforzi compiuti per la mediazione sulla direttiva”.