Costantino Federico (foto), editore di Retecapri, non è affatto contento di aver ricevuto l’assegnazione di un mux nazionale per la sua rete. Tanto che, da tempo, sta protestando per ottenere un secondo multiplexer. Valutata, evidentemente, come sbarrata la strada del riesame amministrativo, per la tutela di quel che ritiene essere un interesse legittimo iniquamente compresso, curiosamente, Retecapri punta non al classico ricorso giudiziale avanti al TAR Lazio, bensì ad un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica (i motivi del ricorso pertanto sono soltanto inerenti pretesi vizi di legittimità del provvedimento impugnato, posta la particolare tipologia del ricorso al PdR). Scrive in proposito l’associazione CNT Terzo Polo Digitale, di cui Retecapri è associato di spicco: "Retecapri, emittente televisiva nazionale indipendente più, volte ha denunciato la disparità di assegnazione dei multiplex digitali così come stabilito dalla delibera dell’Agcom n. 181/09/CONS. Per tutelare i propri legittimi interessi, come preannunziato, è arrivato il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per l’annullamento di quella parte della delibera stessa in cui viene stabilito che le reti nazionali risultanti dalla definitiva conversione delle reti televisive alle trasmissioni in tecnica digitale debbano essere non più di 21 e detta criteri per la definitiva conversione di dette reti al sistema televisivo digitale, la cui applicazione non consente il riconoscimento a Retecapri delle risorse frequenziali occorrenti all’esercizio di una seconda rete nazionale, impedendo la continuità dell’esercizio delle trasmissioni a tutela dell’utenza". Il nocciolo del ricorso è quindi una presunta disparità di trattamento di cui sarebbe stata vittima l’emittente di Capri, ricevendo un solo mux nazionale, anziché i due richiesti. Per il CNT-TPD "le risorse frequenziali, infatti, sono state assegnate in maniera discriminatoria", tanto che a Retecapri sarebbe stato assegnato solo un canale nazionale nonostante (secondo la propria prospettazione) "si trovasse in una situazione analoga, se non migliore" rispetto ad altri soggetti destinatari di due risorse. Secondo l’associazione, "Più in generale, la delibera 181 comprime (anzi, di fatto annulla) il diritto di talune emittenti di conseguire le risorse spettrali occorrenti alla digitalizzazione delle proprie reti televisive (ricordiamo, infatti, che 11 sono le emittenti nazionali analogiche contro le sole 8 reti assegnabili, 9 sono quelle digitali contro le 8 assegnabili. Le altre 5 saranno assegnate con procedura competitiva). Stando alla normativa e alla regolamentazione in vigore, Retecapri aveva una ragionevole aspettativa di conseguire frequenze per il secondo Multiplex (peraltro già operativo); la delibera Agcom 603/07/CONS aveva, infatti, pianificato frequenze per la realizzazione di 25 reti nazionali e il Ministero stava già autorizzando la realizzazione di tali reti. La situazione, poi, è radicalmente cambiata con l’adozione della famigerata delibera 181, oggi impugnata da Retecapri", conclude l’associazione.