Nell’anno dell’elezione del Papa “arrivato dalla fine del mondo”, l’atmosfera di rinnovamento che attraversa il mondo del cattolicesimo sta interessando anche il settore dei media di ispirazione religiosa.
TV2000, emittente di proprietà della CEI (Conferenza Episcopale Italiana), migrata dal satellite nell’arena del digitale terrestre, ha conosciuto un vero e proprio boom di ascolti, raggiungendo picchi di share mai visti proprio in occasione degli eventi legati all’attività del nuovo Pontefice. La diretta della veglia sul lungomare di Copacabana, in occasione della Giornata mondiale della gioventù in Brasile, ha surclassato tutti i concorrenti, imponendosi come il programma più visto in Italia nella notte del 27 luglio scorso. In realtà, il trend positivo degli ascolti dell’emittente era in atto da tempo, almeno dal ritorno nel 2011 dell’attuale direttore di rete, Dino Boffo, che molti ricorderanno per essere stato vittima di una campagna di stampa de “Il Giornale”, che lo aveva portato alle dimissioni dalla direzione di “Avvenire”. Ma l’avvento di un personaggio carismatico e innovatore come il nuovo Papa, e la scelta lungimirante di seguirne assiduamente il cammino con l’uso abbondante della diretta, hanno premiato l’emittente oltre ogni previsione, determinando l’effettivo raddoppio dello share medio mensile rispetto all’anno precedente. Lo stesso Boffo, in una recente intervista a “Italia Oggi”, pur riconoscendo il ruolo trainante del nuovo capo della Chiesa come testimonial d’eccezione, attribuisce gli ottimi risultati anche alla capacità di promuovere un modello diverso di televisione, basato sulla sobrietà dello stile e sul rispetto e coinvolgimento dello spettatore. Un modello che sembra piacere anche a tutti quei fruitori che, incontrata per la prima volta TV2000 in occasione delle dirette incentrate sul nuovo Papa, hanno deciso poi di continuare a seguire l’emittente anche senza la presenza e il grande appeal comunicativo di Bergoglio. L’obiettivo dell’1% di share medio, ambito da tutti i nuovi canali digitali che faticosamente cercano di emergere liberandosi dalle corazzate generaliste dell’oligopolio televisivo, sembra essere veramente a portata di mano. Un traguardo che, se raggiunto, potrebbe far decollare la raccolta pubblicitaria, che rimane per ora il punto debole dell’emittente: nonostante l’accordo con Sipra, che avrebbe dovuto portare in dote nuovi importanti inserzionisti, i ricavi sono rimasti marginali rispetto al finanziamento CEI. L’obiettivo per il prossimo futuro sarà, se non di rendersi autonomi, più realisticamente quello di ridurre la dipendenza dall’azionista di riferimento. A questo scopo l’emittente si è affidata ad una nuova concessionaria, Prs, specializzata in TV tematiche e nuovi canali digitali. Nel rivendicare i risultati raggiunti (ma a suo dire non abbastanza valorizzati) Boffo non risparmia frecciate ai centri media, accusati di sostenere una visione “secolarizzata” del’audience televisiva e di attribuire così al pubblico-target di TV2000 scarsa propensione all’acquisto e conseguente minore appeal per gli investitori. Con un ragionamento agli antipodi rispetto a quanto sostenuto a suo tempo da Daniele Ottier, direttore di Sky Advertising (che suggeriva di concentrarsi sui ricchi), Boffo sostiene che il pubblico di TV2000, anche se guarda la televisione gratuita e ha come punto di riferimento la religiosità, non necessariamente deve caratterizzarsi per scarso potere d’acquisto o stile di vita ascetico, rimanendo quindi lontano dalle tentazioni commerciali. In sostanza, al di là delle visioni personali e delle legittime aspettative di parte, si insinua ancora una volta il dubbio che alla base delle decisioni di investimento vi siano pregiudizi culturali, piuttosto che dati certi sui comportamenti di consumo del pubblico in base alle sue caratteristiche economico-sociali. E naturalmente le perplessità si estendono anche ad Auditel e alle sue rilevazioni considerate troppo “vicine” ai grandi network. Certo fa un certo effetto leggere la richiesta pressante di Boffo “per avere i veri dati di ascolto del Rosario”... un “format” in diretta giornaliera da Lourdes che ha fruttato in tempi recenti al canale picchi di share sopra il 7%, ma che non sarà certo facile sfruttare a fini commerciali. Forte comunque di un sostegno finanziario relativamente certo, TV2000 potrà legittimamente continuare a sostenere la propria idea alternativa di televisione, ritagliandosi un ruolo di rilievo nel panorama dei “nuovi” canali digitali, anche grazie a una discreta offerta multipiattaforma, che va dal satellite allo streaming web fino al canale ufficiale su YouTube. Insomma, non solo vecchiette devote… sperando ancora nell’effetto trainante del Papa-superstar. (E.D. per NL)