Durissima presa di posizione dell’associazione di emittenti locali Conna sulla digitalizzazione delle trasmissioni tv in Sardegna.
Scrive il sindacato: “(…) Gli ultimi dati rilevati con maggiore attendibilità, provano che le indagini svolte dal Conna chiamando tutta una serie di numeri telefonici della Sardegna presi a caso sugli elenchi telefonici erano veritieri”.Per l’associazione “Non solo buona parte dei cittadini della periferia delle città sono infuriati per la interruzione delle trasmissioni in analogico, ma anche coloro che si trovano in vicinanza dei trasmettitori si sono trovati alle prese con decodificatori che costituiscono pur sempre una complicazione per i collegamenti antenna/ricevitore e coloro che ricevono da satellite con un secondo apparecchio hanno un problema più; per non parlare dei doppi televisori che anche muniti di decodificatore, per l’indebolimento del segnale dovuto alla filatura all’interno degli appartamenti non sempre funzionano correttamente”. Continua il Conna: “Poi una bastonata per l’emittenza locale in termini di ascolti e di risorse; se non si fosse in presenza di una stampa asservita e cointeressata la parola sarebbe una sola: disastro; anche perché la questione non è facilmente risolvibile, e qualora dopo una lunga e dispendiosa messa a punto risultasse rabberciata, le nuove tecnologie – in particolare l’HD – renderebbero tutti gli sforzi inutili”.Per il presidente Mario Albanesi, la Sardegna è stata “trattata come una colonia, una cavia messa in condizioni di non poter reagire per gli interessi che gravitano intorno all’operazione del “Digitale terrestre” destinato a spillare soldi ai cittadini in tanti modi, e non solo con la Pay tv”.