Tv. Digitale terrestre, CNT-TPD: ve lo diciamo noi cosa c’è dietro tanta fretta!

Scrive il Coordinamento Nazionali Televisioni – Terzo Polo Digitale sul proprio bollettino settimanale: "Il processo di digitalizzazione prosegue. Il Governo lo ha deciso e prosegue la corsa (anche se gli Ispettorati vengono lasciati in balìa delle onde) portando avanti il progetto come un buldozzer, abbattendo tutti gli “ostacoli” che si interpongono sul percorso: Tv indipendenti, Tv locali e addirittura le istituzioni comunitarie. Già, perché è chiaro ormai, secondo il CNT-TPD, che questa affannosa corsa al digitale terrestre e la promozione che se ne sta facendo in ambito istituzionale, non è altro che un alibi per uscire dall’impasse europea (almeno cosi credono i nostri governanti). crollo%20antenne - Tv. Digitale terrestre, CNT-TPD: ve lo diciamo noi cosa c'è dietro tanta fretta!Messi alle strette dalla procedura di infrazione dell’UE ancora aperta (si tratta della proroga del regime transitorio analogico della legge 249/1997 “Maccanico” prima e della legge 112/2004 “Gasparri” dopo, che non è tollerata) l’unica ancora di salvezza per continuare a mantenere l’attuale assetto di mercato televisivo è quello di dire che “con il DTT ci sono più canali e quindi il pluralismo è salvo”. se è vero, però, che i canali si moltiplicano, è anche vero che a chi attualmente ha tre canali analogici in nazionale, gli viene garantito un numero di canali digitali (MUX, equivalenti ognuno a 6 canali analogici) in proporzione maggiore, tanto per assicurargli predominanza anche nel digitale. A difendere, poi, la posizione, c’è la chicca della LCN, la numerazione automatica dei decoder (questione ancora pendente), una vera barriera eretta in difesa. Ma non finisce qui! Sempre in contemporanea, ci si sta muovendo anche sul fronte del satellite per contrastare la potenza di Sky, con l’accordo Rai-Mediaset-Telecom Italia Media attraverso la nascita in fretta e furia della nuova piattaforma Tivù, teoricamente aperta a tutti gli operatori, ma in pratica chiusa ai soliti dominatori del mercato. Il CNT-TPD tiene a sottolineare che l’anomalia tutta italiana rischia di distruggere l’evoluzione del settore televisivo, da un lato condannando le tv locali e indipendenti, dall’altro trascurando le altre tecnologie che, probabilmente, supereranno sul nascere la DTT, come la IPTV. C’è chi sostiene che una buona alternativa sia la TV ad alta definizione, ma l’esperienza insegna che i contenuti battono la qualità (per altro non proprio scadente). Proprio in merito all’IPTV, rimandiamo all’notizia che segue".

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