Tv digitale, rivoluzione audience. Cede Mediaset, salgono Sky e Rai

Il primo mese di ascolti in Sardegna, prima regione senza il vecchio segnale


Interessante articolo di Repubblica a firma di Ernesto Assante ed Adriano Bonafede sui primi effetti sull’audience tv in ambiente totalmente digitalizzato e in regime di assegnazione di frequenza (quindi in sostanziale condizione di parità di mezzi tra i competitori).

ROMA – Il digitale porta sfortuna a Mediaset. A novembre in Sardegna, unica regione ad aver abbandonato l’analogico, le reti che fanno capo al presidente del Consiglio hanno perso ben 7,8 punti di share rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Anche considerando il recupero (stimato secondo prime elaborazioni nello 0,8 per cento) tramite la nuova offerta digitale (Mediaset Premium e altri canali free to air), la perdita secca per il gruppo del Biscione è comunque di 7 spettatori su 100.

La Sardegna costituisce un laboratorio vivente per vedere come reagiscono i telespettatori passando dal segnale analogico al digitale terrestre. Ebbene, la prima risposta elaborata da Auditel è in qualche modo sorprendente. C’è di fatto un solo perdente, Mediaset, mentre ci sono almeno tre vincenti: Rai, Sky e i nuovi canali digitali terrestri. Per quanto riguarda la Rai soffre sì nel passaggio – i canali tradizionali perdono 2 punti percentuali di spettatori (dal 40,7 al 38,8 per cento – ma recupera con la sua nuova offerta digitale, che cresce dallo 0,5 al 4 per cento con uno scatto di più 3,6 punti.

In particolare, grande sembra il successo della nuova rete generalista venuta dal nulla, Rai 4 con il 3,1 per cento degli spettatori. Il saldo finale è positivo per il gruppo di Viale Mazzini, che vedrebbe passare i propri spettatori dal 41,2 al 42,8 per cento.

Digitale o non digitale terrestre, è proseguita anche in Sardegna la marcia del bouquet satellitare di Sky, che ha fatto un balzo da novembre a novembre di 3,6 punti percentuali, portandosi quasi al 10 per cento (9,8). Interessante anche il boom degli altri canali digitali terrestri (tra i quali La7), che secondo i dati Auditel sono passati in Sardegna, anno su anno, dal 4,5 al 7,3 per cento del totale spettatori, con un aumento secco di 2,8 percentuali.

Come si spiega questo mini-boom delle “altre” digitali terrestri? Probabilmente con il fatto molto semplice che quando un telespettatore si trova davanti a una moltiplicazione dell’offerta (e molti canali sono solo digitali) anche soltanto per la curiosità fa zapping da un canale all’altro. Un altro dato degno di attenzione è la perdita di audience da parte delle televisioni locali, che in Sardegna sono passate dal 2,7 al 2,3 per cento di spettatori (meno 0,4 punti).

Quello della Sardegna è un test, ma importante perché basato su un campione rilevante di un milione e 600 mila persone. Di certo c’è che l’arrivo del decoder sotto al televisore di casa porta a un cambiamento delle abitudini televisive degli italiani. A confermare questa tendenza ci sono anche i dati di Sky, che mostrano come il cambiamento di atteggiamento non sia legato solo alla Sardegna ma abbia una rilevanza nazionale.
Anche sulla piattaforma di Murdoch infatti si assiste a un riequilibrio degli ascolti, le grandi reti generaliste perdono pubblico rispetto ai nuovi canali tematici e ai programmi in pay per view. La tendenza si confermerà anche nei prossimi mesi, i lunghi mesi che ci porteranno allo “switch” definitivo tra televisione analogica e televisione digitale.

Uno studio di Media Italia dice che nel 2012 le sei reti tradizionali (Rai e Mediaset) potrebbero avere uno share più basso di circa 10 punti rispetto a oggi, passando dall’82 al 72 per cento.

(15 dicembre 2008)

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