Giorni di feste e di regali. Molti di voi, utenti tecnologicamente evoluti per forza di interessi personali o professionali, avranno avuto modo di osservare nei grandi magazzini le caratteristiche dei tv di ultima generazione.
E’, a riguardo, facile constatare come la tecnologia tenda a regolarsi nella direzione nell’uniformazione e della semplificazione di impiego, senza necessità di intervento da parte del (generalmente pasticcione e ritardatario) legislatore. Così, come i mini-tv o i ricevitori DVB-H sono ormai relegati negli angoli degli scaffali dei centri commerciali, sconfitti senza possibilità di rivincita dalla crescita delle dimensioni della tv in una corsa senza freni (il 32 pollici è ormai considerato una miseria) che punta ai particolari visuali anche attraverso l’alta definizione, felicemente coniugata al maxischermo, i telecomandi sono diventati quasi-universali, attraverso la spontanea adozione di uno schema comportamentale sostanzialmente univoco. Esattamente come dovrebbe essere per il decoder-unico, cioè il fantomatico ricevitore multipiattaforma, sul quale Agcom sta dormendo, che, a prescindere dalla marca, dovrà fornire modelli di funzionamento standardizzati. E che la rotta della facilitazione sia stata presa dagli accorti produttori mondiali lo si desume anche dal fatto che una parte consistente degli ultimi televisori è “switch-over ready”. Che significa? Che in sede di ricerca dei canali il televisore ideale per la fase migratoria della tecnologia tv terrestre offre la funzione D-tv per la ricerca dei soli programmi digitali; A-tv, per l’individuazione delle sole trasmissioni analogiche e D/A-tv per la sequenziazione promiscua, cioè una soluzione decisamente interessante che consente di allineare automaticamente tutti i canali ricevuti, a prescindere dal formato. Funzione vantaggiosa in tutti quei territori italiani (che per il momento sono la maggioranza) non ancora all-digital, in quanto non occorre saltare da un "tasto formato" all’altro per seguire un programma disponibile solo in una data modalità trasmissiva. La lista dei programmi è neutrale dal punto di vista del formato, così semplificando la vita all’utente non esperto che di norma smarrisce il programma preferito nel mare magnum della tv via etere tecnologicamente eterogenea: i programmi ricevuti dai due ricevitori integrati (analogico e digitale) vengono catalogati e semplicemente spuntati con il format di appartenenza. Utile. I nuovi apparati tv si stanno poi indirizzando esplicitamente verso i pc, correndo verso quella convergenza tra i due strumenti da tempo ormai segnata. Sono quindi scomparse le prese Scart (sostituiti dai multingressi – anche più di quattro! – Hdmi) e i connettori DVI (licenziati dai DisplayPort) ed hanno fatto la loro comparsa le immancabili USB – che a breve consentiranno di visionare sul tv i programmi scaricati da Internet – affiancando le consuete connessioni che consentono al televisore di diventare monitor pc, supporto di telecamera, macchina fotografica, cellulare, smartphone, ecc., ma soprattutto le prese Ethernet, indiziarie del collegamento LAN di reti locali e quindi passo finale verso la confluenza pc/tv. Il suggerimento è quindi sempre lo stesso che diamo dal 2006: se siete utenti, posizionate prese telefoniche o di rete in prossimità della destinazione dei tv di casa; se invece siete operatori, presidiate a livello seriamente contenutistico il web. Perché il futuro della tv è nell’antico cavetto di rame.