Proseguono le operazioni di disimpegno di RCS dal settore dei media radiotelevisivi. In attesa del perfezionamento della successione nelle quote possedute nel gruppo milanese Finelco (editore di Radio 105, RMC e Virgin Radio), RCS concentra i propri sforzi per il collocamento di Digicast, la società che edita cinque canali trasmessi sulla piattaforma di Sky (Lei, Lei+1, Dove, Caccia e Pesca, Caccia e Pesca +6).
In pole position per l’acquisizione della società presieduta da Alessandro Bompieri, già al vertice della direzione media del gruppo RCS, ci sarebbe la stessa Sky, attraverso la Fox International Channels Italy, controllata da 21st Century Fox, colosso statunitense nelle mani di Rupert Murdoch, patron, appunto di Sky. L’interesse di Fox per il deal è evidente: essendo già content provider di programmi di forte appeal sulla piattaforma della principale pay tv italiana, con l’acquisizione di Digicast la volpe potrebbe rafforzare la propria posizione di leader di segmento, realizzando economie di scala anche e soprattutto tenuto conto che una delle principali cause delle difficoltà economiche della società di RCS era stata la rideterminazione del corrispettivo garantito da Sky per l’ospitalità nella propria vetrina. D’altro canto, il prezzo per l’acquisizione potrebbe risultare interessante, posto che l’ultimo bilancio disponibile di Digicast, quello del 2012, registra un fatturato di 14,7 milioni di euro (-38% sul 2011) con una perdita d’esercizio di 2,8 milioni (sebbene in forte riduzione rispetto ai 15,3 milioni dell’annualità 2011, prevalentemente dovuta alla sforbiciata pesante sui costi). Tuttavia, sebbene Fox sia l’acquirente più papabile (la due diligence sarebbe ormai cosa fatta), potrebbero ritornare alla carica altri americani che si erano fatti avanti all’inizio del 2013 ma si erano chiamati fuori nell’autunno dello stesso anno: quelli di Scripps Networks Interactive, venuti alla ribalta nelle scorse settimana per l’acquisizione del content provider nazionale DTT Coming Soon per domiciliarvi, sull’appetibile LCN 49, la versione italiana di Fine Living. Ma l’interesse degli americani non si ferma a questa operazione. I riflettori, infatti, sono pesantemente puntati sul mercato pubblicitario. Mentre, infatti, Mediaset, più per necessità che per intuizione, fa cambiare la pelle a Publitalia ed attrezza Mediamond per renderle una sorta di superagenzia a disposizione del cliente (questa è la sostanza della crossmedialità), Sky sinergizza pesantemente, Cairo concentra tutte le forze necessarie per sostenere l’impegnativa acquisizione de La 7 e RAI Pubblicità cerca di capire il proprio ruolo, il colosso Discovery Communications mette benzina nel serbatoio di Discovery Media che si prepara ad aggredire il mercato italiano non solo forte dei riscontri eccellenti di ascolto di Real Time e Dmax, ma, si mormora, anche di importanti accordi intermediali. Insomma, sembra proprio che agli americani sia tornata la voglia del Belpase. (M.L. per NL)