di Angela Majoli-ANSA (da Franco Abruzzo.it)
Roma, 15 febbraio 2008. E’ di 23,640 miliardi di euro il valore complessivo del Sistema integrato delle comunicazioni per il 2006, con un aumento del 2.92% rispetto al 2005 (22,144 miliardi). E’ il dato ufficialmente calcolato dall’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni per il Sic, il paniere introdotto dalla legge Gasparri in base al quale si calcola il tetto antitrust del 20% che nessun soggetto può superare, che per il 2006 risulta dunque pari a 4,72 miliardi. Il settore – sottolinea l’Autorità nella delibera, da oggi disponibile sul sito web – presenta “un consistente livello di concentrazione”: analizzando infatti i dati aggregati relativi alle principali imprese e capogruppo di riferimento, emerge che 12 soggetti ‘occupano’ nel 2006 il 74% del valore dell”area classicà (circa 17,8 miliardi), quella che comprende tv, radio, stampa, editoria annuaristica ed elettronica. Il grado di concentrazione del settore radiotv supera quello dell’editoria.
IL BOOM DELLA PAY TV – La fetta più consistente della ‘torta’ del Sic è rappresentata dai ricavi di radio e televisione (8,503 miliardi, pari al 35.9% del totale): in particolare, la tv gratuita si piazza a quota 5,516 miliardi, la pay tv a 2,328 miliardi e la radio a 659 milioni. Se si paragonano questi dati con quelli del 2005, l’area televisiva si mostra come la più dinamica (+6.5%), grazie in particolare all’eccezionale risultato della tv a pagamento, cresciuta nel 2006 del 27% (a fronte di una lieve contrazione, pari al -0.7%, della tv gratuita). In particolare, oltre alla consistente crescita dei ricavi di Sky, aumentano notevolmente (+60%) i ricavi delle piattaforme digitali terrestri.
LA STAMPA E LE ALTRE VOCI DEL SISTEMA – Al secondo posto si conferma la stampa quotidiana e periodica, con un valore di 7,129 miliardi, cioé il 30.1% del totale (3,479 miliardi per la stampa quotidiana nazionale e locale, 3,650 per la periodica). Terza voce, le iniziative di comunicazione di prodotti e servizi (3,606 miliardi, cioé il 15.3%). Seguono l’editoria annuaristica ed elettronica anche via Internet (2,145 miliardi, il 9.1% del Sic), così articolata: 930 milioni di ricavi per l’editoria elettronica, 870 per quella annuaristica, 345 per le agenzie di stampa. Poi il cinema (box office e pubblicità), con 1,388 miliardi (5.9% del totale); la pubblicità esterna (587 milioni, pari al 2.5%) e le sponsorizzazioni (282 milioni, cioé l’1.2%). In macrocategorie, domina la componente radiotelevisiva (35.9%), seguita dalla stampa quotidiana e periodica (30.1%) e dalla pubblicità su mezzi non convenzionali (19%).
LA PUBBLICITA’ REGINA DEI RICAVI – Sia per il settore tv che per l’editoria la componente più rilevante resta la pubblicità, con una quota del 56.1% per l’area radio-tv (seguono i ricavi da pay con il 25.2%, il canone con il 17.6% e le convenzioni e provvidenze con l’1.1%), contro il 48.3% dell’area editoriale (seguono la vendita di copie e collaterali al 41.2%, i ricavi da prodotti e servizi di editoria elettronica con il 5.9%, quelli da servizi informativi delle agenzie di stampa con il 3% e infine convenzioni e provvidenze con l’1.6%). CHI SALE E CHI SCENDE – A parte il boom della pay tv, rispetto al 2005 il valore dell’area stampa è sostanzialmente invariato: risulta una lieve crescita della stampa quotidiana, con un’equivalente riduzione di quella periodica (intorno all’1.8%). Aumentano più del 10% la radio e l’editoria elettronica. Crescono (intorno al 3%) le agenzie di stampa, mentre sono in calo le opere cinematografiche.
I ‘BIG’ DEL SIC – Caltagirone Editore, Class Editori, De Agostini Editore, Il Sole 24 Ore, Mediaset, Mondadori, Monrif, Rai, Rcs Mediagroup, Seat Pagine Gialle, Sky Italia, Telecom Italia Media: dodici soggetti – rileva l’Agcom – nel 2006 rappresentano il 74% del valore dei ricavi dell’area classica (circa 17,8 miliardi), quota che supera il 75% con riferimento alla sola pubblicità. Rispetto all’intero Sic, le quote sono stimabili rispettivamente nel 57% e nel 68%. Separando l’editoria e il settore radiotv, nel primo caso le principali imprese occupano nel 2006 circa il 60% delle risorse, nel secondo oltre il 91%. (ANSA).
In www.agcom.it la delibera n. 81/08/CONS sulla valutazione delle dimensioni economiche del Sic