Il presidente del gruppo Espresso, Carlo De Benedetti, crede nel futuro del giornale, destinato a cambiare pelle, ma non esclude un suo futuro ingresso nel mondo della televisione.
«Un anno fa ero sinceramente interessato a comprarmi La7, ma Bernabè si divertiva troppo con il suo giocattolo anche se doveva seguire la telefonia. Oggi credo che dovrà venderla a causa della durezza della crisi, ma sarà lui a dover pregare me», spiega in un dibattito con Giovanni Minoli al festival della televisione e dei nuovi media a Dogliani, paese in provincia di Cuneo dove ha casa. Sul mondo della tv De Benedetti è ancora cauto: «Non ho ancora maturato un’idea – osserva – nel contesto di crisi attuale pubblicitaria ma anche televisivo». Giovanni Minoli, che partecipa al confronto, commenta con una battuta le parole di De Benedetti: «Su La7 non ha detto di no, ha cominciato la trattativa». Il presidente del gruppo Espresso parla anche di Enrico Mentana che definisce «un telegiornalista straordinario, il più bravo che c’è». Sulla necessità di trasformare il servizio pubblico insiste invece Giovanni Minoli: «La crisi può essere una grande opportunità. Serve una Rai fondazione, c’è un governo tecnico che ha l’opportunità di lasciare il segno». Per Minoli, che attacca il sindacato della Rai definendolo «una Fiom di Stato», la crisi stessa «è un’opportunità straordinaria perchè i periodi di crisi favoriscono il consumo della tv. La gente esce di meno e la guarda di più». Secondo Minoli, «in un momento di crisi così profonda c’è da ripensare le ragioni per cui il servizio pubblico è nato. Tutta Europa lo sta facendo. Per quindici anni si è inseguito un modello di tv commerciale, tradendo il senso del pagamento del canone tanto che nel Paese ci sono stati 400 milioni di euro di evasione. Bisogna riqualificare completamente l’offerta, non avere paura di perdere dieci punti di share, tanto i valori del consumismo sono finiti». (ANSA)