Arrivati alla fine del secondo weekend di campionato di Serie A possiamo considerare terminato il periodo di rodaggio dell’offerta di DAZN. E cominciare a trarre qualche conclusione.
Parliamo del servizio in unicast, la modalità di fruizione attuale per la grandissima parte degli utenti, riservandoci di analizzare la questione multicast nel prossimo articolo.
La nostra analisi riguarda la qualità del servizio percepita dagli utenti, particolarmente rilevante a seguito del famoso atto di indirizzo dell’Agcom e dei successivi sviluppi di cui abbiamo parlato recentemente.
Un debutto al rallentatore
“DAZN, la Serie A in tv debutta al rallentatore”, titolava il Sole 24 ore il 22 agosto 2021. Motivo: il blocco delle immagini avvenuto pochi minuti poco dopo il fischio d’inizio di Inter-Genoa. In una nota, DAZN aveva fatto sapere essersi trattato di problemi di breve durata (tre minuti) e che tutto era poi rientrato nella normalità. Ma un’attenta analisi di alcuni forum di telespettatori mostra un quadro piuttosto differente.
Qualità del servizio: la voce dei telespettatori
Esistono svariate discussioni su forum pubblici dove gli utenti possono riportare le proprie esperienze di visione, spesso in tempo reale. Si tratta di decine e decine di messaggi, scritti sovente da persone che si trovano in una situazione di connettività privilegiata (FTTB o VDSL). Constatazioni particolarmente interessanti in quanto non influenzate da eventuali problemi dell’ultimo miglio. Il termine di paragone è quasi sempre la delivery via satellite di Sky, dunque full HD o 4k.
Microblocchi
Premettendo che questo secondo week end ha visto un importante miglioramento rispetto al primo, due sono i principali problemi tuttora lamentati: i microblocchi e un frame rate ballerino. I microblocchi possono essere descritti come un’immagine non fluida: il fenomeno che possiamo vedere spesso negli schermi pubblicitari, lo stessi che affliggeva in modo sistematico i video riprodotti tramite Windows Media Player. Problema spesso affiancato da un altro, definito come “pallone che lascia dietro di sé una scia”.
Unicast e Frame Rate
Più grave il fatto che le app di alcuni utenti non siano costantemente agganciate allo stream a 50 fps (frame per second), ma a quello di backup a 25 ftp. DAZN propone infatti entrambi i profili, probabilmente allo scopo di garantire continuità di servizio agli utenti con connettività scarsa. Ma quest’ultimo profilo viene anche agganciato da parte degli utenti dotati di fibra, con i conseguenti effetti deleteri sulla visione (il famoso sfarfallamento che possiamo osservare al cinema durante i panning veloci, causa a volte di vertigini).
Ma…hanno segnato?
Un altro problema, quasi intrinseco all’unicast (ma risolvibile con il multicast) è “il mio vicino esulta per un goal quando per me l’azione non è neppure iniziata”. Si tratta di un effetto collaterale dovuto al buffer che esiste allo scopo di evitare blocchi temporanei dell’immagine.
Si: ma lo vediamo 25 secondi dopo
Nel caso di DAZN il valore del ritardo riscontrato è mediamente di 25 secondi: a titolo di paragone, il ritardo medio della visione via sat ai tempi dell’analogico si attestava sotto il secondo (il tempo che impiega il segnale a percorrere mediamente 80.000 km a 300.000 km/s), mentre nell’era digitale, tra encoding, buffering ed altri passaggi si parla di circa 5 secondi.
HD dei poveri
L’ultima carenza è alla sorgente: entrambi i profili proposti da DAZN sono per ora a 720p, con un’immagine composta da 1280 x 720 pixel.
Si tratta di una risoluzione totalmente inadeguata ai pannelli moderni che a 4K dispongono di 3840 x 2160 pixel, ma anche molto inferiore al vero HD, quello che ha esordito su satellite nel 2006 e che già allora disponeva di 1920 x 1080 pixel.
Bit rate scarso
Anche il bit rate utilizzato non è soddisfacente, attestandosi a circa 6.5 Mbps. A titolo di paragone, RAI1 HD viene trasmessa via satellite con un bit rate variabile che arriva anche oltre i 9 Mbps, ottenendo quindi una qualità di immagine decisamente superiore.
Il backup via DTT
Segnaliamo infine come il backup via digitale terrestre non sia una facile soluzione: l’utente ne ha diritto solo nelle zone dove DAZN ritiene il delivery IP sia inadeguato e comunque anche a fronte di blocco d’immagine non abbiamo trovato alcun utente che abbia potuto continuare la visione via DTT.
Infrastruttura di proprietà vs open
A discolpa di DAZN dobbiamo far notare come la società si trovi in una situazione molto diversa da quella di Sky. Il broadcaster via satellite controlla praticamente tutti gli elementi della catena (encoding, uplink, box di decodifica e relativo software), potendo dunque garantire un determinato livello di servizio. Nel mondo IP ci si confronta con innumerevoli varianti di fornitori di rete, apparati di rete, sistemi operativi e device di fruizione, su molti dei quali è impossibile un controllo diretto.
Amazon über alles
Sempre restando nell’ambito dell’unicast, il paragone con la qualità degli eventi live distribuiti da Amazon Prime Video appare sconfortante. Possiamo dunque concludere che l’infrastruttura messa in campo da DAZN non sia per il momento adeguata.
Unicast vs Multicast
Per sua natura il multicast dovrebbe permettere di risolvere molti dei problemi qui elencati e proprio per questo è stato citato anche nel documento di Agcom. Tra i vantaggi, una scalabilità illimitata (nessuna correlazione tra la qualità delle immagini e il numero di utenti collegati), la diminuzione del traffico di rete e il ritardo di visione potenzialmente molto inferiore a quello satellitare: si parla in prospettiva di 3 secondi.
Un’implementazione complessa
Ma l’implementazione è molto complessa e il set di protocolli proposto, il Multicast Adaprive Bit Rate con tanto di micro cdn casalinga (“nanoCDN”), è forse fin troppo ambizioso. Nel prossimo articolo parleremo di queste tecnologie e vedremo quali risultati hanno portato, proprio nell’esperienza di visione di quest’ultimo weekend. (M.H.B. per NL)