La televisione digitale terrestre è un fenomeno sempre più diffuso in Italia. La fase di transizione obbligatoria è giunta a un crocevia importante.
Nonostante i numerosi problemi che stanno accompagnando il passaggio definitivo al digitale, la penetrazione della DTT, alla fine di aprile, ha raggiunto la quota del 68,5% del totale delle famiglie, con un balzo di 350mila unità rispetto al mese precedente, per un totale di 16.887.000. Questo vuol dire che la fase di passaggio ha superato il giro di boa. A renderlo noto sono i dati E-res, resi noti dalla newsletter Digita di DGTVi, l’associazione per lo sviluppo del DTT. A ulteriore dimostrazione della fase matura in cui si trova il nostro Paese rispetto al passaggio al digitale, è utile sottolineare come, sempre secondo E-res, il numero dei ricevitori acquistati cresce in misura maggiore rispetto a quello delle famiglie “digitalizzate”: ciò vuol dire che sempre più famiglie decidono di dotarsi di un numero plurimo di ricevitori, integrati o esterni che siano. Con riferimento sempre alla fine del mese di aprile, il loro numero totale era di 27.457.000 (a fronte di un totale di 33 milioni venduti dal 2004 a oggi), con una vendita mensile di 900mila unità – in egual misura rispetto al mese precedente, data l’assenza di switch off programmati per questo intervallo – suddivise tra le 500mila integrate (ossia apparecchi televisivi con digitale già integrato) e le 400mila esterne (decoder esterni). Secondo una ricerca dello Studio Frasi, poi, basata sui dati Auditel, il valore di consumo che il digitale ha fatto segnare nel mese di maggio è di oltre il 39%: esattamente un anno prima era fermo al 7%. Ciò significa che, a fronte del calo leggero del satellite e del crollo dell’analogico (conseguente, è bene sottolinearlo, all’obbligatorietà dell’adeguamento tecnologico a meno di rimanere privi di tv o di passare al sat), passato in dodici mesi dal 72% al 44%, è lecito attendersi che i dati di giugno, primo mese intero post switch-over per Lombardia, Piemonte Orientale, Parma e Piacenza, porteranno il digitale al gran sorpasso. E proprio Lombardia e Piemonte hanno fatto registrare altri dati significativi: la prima ha visto il consumo del digitale aumentare dell’81% da gennaio a oggi, superando la quota di consumo analogico nella regione. Il secondo, invece, nonostante la migrazione abbia riguardato soltanto un terzo della popolazione totale, la quota di consumo è già al 70%: quasi al pari con le regioni all digital. (L.B. per NL)