Quando si parla di Tribune Elettorali Rai, la memoria corre all’epoca felice (molti anni fa) in cui davvero contavano qualcosa quei confronti fra leader, quelle discussioni (talora aspre) con giornalisti ostili, quelle conferenze stampa non certo prive di vivacità, quando insomma si discuteva seriamente di politica in Tv, con passione e calore, nel corso delle settimane pre-elettorali, per arrivare il venerdì sera al mitico ‘appello finale’ di tutti i partiti, fin quasi alla mezzanotte, subito prima del ‘sabato silenzioso’ di riflessione dell’elettore.
Tutto è cambiato oggi, si sa, e già da anni dominano invece la scena politica i tanti talk-show in onda tutto l’anno, che hanno le loro regole (di norma all’insegna del massimo di gazzarra possibile), non necessariamente legate all’obiettivo della par condicio, mitica regola che venne resa ferrea (almeno sulla carta) per contrastare l’incredibile dato di fatto di un candidato (Silvio Berlusconi) che possedeva direttamente tre Tv nazionali di primo livello e nei periodi in cui era al Governo influenzava parecchio anche le tre reti Rai.
La legge sul conflitto d’interessi, in forma seria, non è mai stata varata e quindi il tentativo era di fissare con quella legge un minimo di ‘parità di condizioni’ almeno nel periodo immediatamente precedente alle elezioni. In un periodo pre-elettorale di qualche anno fa (i cultori della materia ricorderanno quale in specifico) si arrivò al punto di fissare regole così stringenti per gli stessi talk-show politici da provocarne, di fatto o di diritto, la sospensione nel periodo della campagna elettorale. Gli unici che riuscivano in qualche modo a cavarsela sempre erano i Telegiornali, ma anche qui le tensioni non mancavano di sicuro.
Questi temi hanno sempre fatto molto discutere, anche se per delineare anche solo una storia sommaria dell’evolversi negli anni della presenza della politica e dei politici in Televisione in Italia non basterebbe probabilmente neppure un libro di mille pagine. Abbandoniamo quindi subito il passato per venire all’oggi.
Perché proprio oggi, 8 aprile, partono le prime Tribune Rai per le elezioni europee del prossimo 26 maggio, secondo le regole fissate nei giorni scorsi dalla Commissione di Vigilanza, e per non complicare troppo il discorso lasciamo da parte le norme e le trasmissioni per le elezioni regionali in Piemonte e per un bel numero di amministrative, tutte consultazioni che si terranno anch’esse il 26 maggio.
In Vigilanza la discussione (anche se queste Tribune, curate dalla struttura di Rai Parlamento, di norma, le vedono pochi ‘affezionati’) non è mancata di certo e ha avuto anche qualche eco sui giornali. Il tema in discussione era a suo modo ‘rivoluzionario’ per le (recenti) Tribune: prevedere il contraddittorio fra politici e candidati di diversi partiti all’interno delle trasmissioni oppure restare nel tranquillo (e soporifero) format dell’intervista a cura dei giornalisti Rai (che più di tanto non possono incalzare, ovviamente) al singolo candidato o al singolo esponente politico, senza confronti e tanto meno scontri.
Dopo varie scaramucce, la Vigilanza ha scelto all’unanimità una via che sembra accontentare tutti ma che forse al pubblico (abituato a ben altro) potrà ancora interessare relativamente: mantenendo dunque (ovviamente) ferme le regole della par condicio, si aprirà al confronto fra tre candidati politici diversi, anche se il format preciso lo deciderà la Rai, punto su cui insistevano i Cinquestelle, nell’inedita veste di difensori dell’assoluta libertà editoriale dell’azienda e dei suoi giornalisti.
La delibera della Bicamerale ha dato dunque il via libera alla proposta del presidente Alberto Barachini (voluto da Forza Italia) di aprire le Tribune al contradditorio (il cosiddetto ‘confronto all’americana’), abbandonando l’impostazione precedente del candidato singolo intervistato da 3 giornalisti. E il confronto sarà aperto anche a tre ospiti.
In attesa di vedere se ci sarà finalmente un po’ di vivacità in trasmissioni ‘ingessate’ che il pubblico di solito evita accuratamente, relegate in spazi non centrali del palinsesto (quando le deve mettere in prima serata la Rai perde non pochi ascolti) e francamente finora non molto utili anche in termini di informazione e conoscenza dei candidati, oggi si dà il via alle danze con le prime Tribune, in onda fino a venerdì 12 aprile nel non esaltante orario delle 17.20 su Rai2 (con replica su RadioUno). Siamo alla prima fase, quando ancora le liste precise non sono state presentate e tantomeno c’è l’elenco dei candidati.
Si parte dunque con le Tavole Rotonde, un confronto tra 4 o 5 rappresentanti delle forze politiche attualmente presenti nel Parlamento Europeo e in quello nazionale. L’ordine di ‘apparizione’ dei partiti, per così dire, in questa fase è stata stabilita per sorteggio. Ci saranno poi le Interviste, in onda giovedì 11, venerdì 12 e lunedì 15 aprile, sempre con i rappresentanti attualmente presenti nel Parlamento Europeo e in quello nazionale.
I cultori del genere possono dunque da oggi, sbizzarrirsi, mentre la maggioranza delle persone interessate alla politica continuerà probabilmente a seguire i soliti talk-show. (M.R. per NL)