“Per poter accedere ai fondi della legge 448/98 occorre essere in regola con i versamenti previdenziali al momento della presentazione della domanda di ammissione ai benefici o al momento dell’erogazione del contributo?”, si chiede la Federazione Radio Televisioni commentando la nuova indagine giudiziaria aperta dalla magistratura (questa volta pugliese) sui contributi alle tv locali a seguito di alcune denunce. La querelle si fonda sull’interpretazione del Regolamento ministeriale relativo appunto all’erogazione dei fondi ex L. 448/98. Al centro dell’inchiesta della Procura di Lecce – che segue quella campana di cui abbiamo dato conto nelle scorse settimane – vi sarebbero, oltre ovviamente alle emittenti oggetto di denuncia, il Corecom Puglia e gli enti previdenziali della Regione. “Finora l’orientamento del Ministero è stato quello di accettare come termine utile per la regolarizzazione della posizione previdenziale delle imprese televisive il momento dell’erogazione del contributo e non quello della presentazione della domanda di ammissione nella quale, in luogo dei certificati di correntezza contributiva aggiornati almeno al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di presentazione della domanda, sia stata prodotta autocertificazione sulla regolarità previdenziale”, puntualizza FRT. “E’, quella del Ministero, una interpretazione indulgente – quasi una sanatoria – che potrebbe aver indotto qualche emittente a sottovalutare le conseguenze economiche e giuridiche di eventuali autocertificazioni non puntuali o non veritiere”, osserva il sindacato delle tv locali, che rileva come la questione “sia stata posta anche a livello politico con la presentazione di due interrogazioni parlamentari”. “Se dalle indagine dovessero risultare irregolarità (in questo caso dichiarazioni mendaci rese in sede di autocertificazione) le tv coinvolte si vedrebbero, ai sensi dell’art. 8 del Regolamento ministeriale, obbligate a restituire il contributo eventualmente percepito per il 2007 con l’esclusione dalla graduatoria per i tre anni successivi”, puntualizza la federazione, non mancando di osservare che “l’eventuale comportamento “fuori norma” di alcune emittenti – la cui irregolarità, soprattutto per le dichiarazioni mendaci, dovrà essere accertata in sede giudiziaria” affinché “non danneggi oltremisura quelle virtuose che sono la stragrande maggioranza“.