L’accordo avrebbe dovuto essere sottoscritto diverse settimane fa, ma la negoziazione è entrata in una fase di stallo. I due contraenti sanno di contare molto l’un con l’altro, ma che divisi lo scenario muterebbe imprevedibilmente. L’unione fa la forza, verrebbe da banalizzare. Fatto sta che il rinnovo dell’accordo tra Sky e RAI per la veicolazione dei prodotti della concessionaria pubblica sulla piattaforma di Murdoch è particolarmente sofferto. La nuova scadenza sarebbe la fine del corrente mese di luglio, ma non ci stupiremmo davanti a miniproroghe. Pare infatti che a seguito di indagini telefoniche commissione da Sky, su un campione di 1550 famiglie abbonate, il 95% guardi attraverso il provider sat i programmi RAI ed il 93% quelli di Mediaset. Il punto è: lo fanno per inerzia o per scelta? Guardano sul sat i programmi RAI o quelli di Berlusconi in fase di zapping, o li cercano appositamente? La risposta è ovviamente scontata: un po’ ed un po’. E’ quindi possibile che se RAI abbandonasse la diffusione sulla piattaforma del tycoon della News Corp, la concessionaria pubblica perderebbe, se non utenti in assoluto (per i programmi di rilievo i telespettatori cercherebbero il canale su altri veicoli), quantomeno un significativo supporto per le trasmissioni minori. RAI, quindi, forse non soffrirebbe sui programmi di punta, ma subirebbe una diminuzione significativa nella sua fruizione complessiva. Analogo discorso, ovviamente, vale per Sky, anche se, a nostro avviso, in misura inferiore: il fatto che la gente dovesse saltellare tra DTT e DTS per seguire il dato programma RAI non dovrebbe compromettere più di tanto il seguito dei canali più forti di Murdoch (Fox in primis). Comunque sia, il braccio di ferro continua: Sky non vuole proporre motu proprio l’aumento dell’offerta di 50 mln di euro/anno per 7 anni e aspetta una eventuale controproposta di RAI. Che potrebbe essere accettata oppure no. Intanto il biscione striscia intorno all’albero degli ascolti, sibilando nell’orecchio…