Il 2016 e il 2017 hanno rappresentato un boom di entrate per la Rai (circa 1,8 miliardi di euro annui, +16,6% rispetto al 2015) soprattutto grazie all’extra gettito derivante dal canone in bolletta:
Ma per i prossimi anni la situazione potrebbe cambiare in peggio: per il 2018-19 la previsionale è pari a 1,6 miliardi di euro annui, cifra che torna ai livelli del 2013 e cui andrebbero ancora sottratte le tasse (IVA al 4% e tassa di concessione al 5%).
Le cause del calo delle entrate per la tv pubblica sono plurime: da un lato, c’è la riduzione del canone che passa da 100 euro a 90 euro; dall’altro cambia il criterio di riparto del canone tra Rai e Stato che, se prima prevedeva una quota di 2/3 per la Rai e di 1/3 per lo Stato, d’ora in poi sarà diviso fifty-fifty tra le parti.
Per sistemare i bilanci a venire, la Rai potrebbe essere costretta alla riduzione dei costi, operazione sempre molto difficile – anzi, il più delle volte fallimentare – in Viale Mazzini. Sempre a proposito di canone, poi, il ministero dell’economia sta per dare il via all’ “operazione rimborso”, cioè alla restituzione del canone tv ai contribuenti che lo abbiano pagato indebitamente.
Gli esenti che, per errore, abbiano ricevuto il canone in bolletta possono fare istanza per il rimborso all’ufficio Torino 1 dell’Agenzia delle Entrate che analizzerà le richieste e, per quelle con esito positivo, comunicherà i dati alle società elettriche che provvederanno materialmente al rimborso inserendolo nella prima bolletta utile e comunque entro 45 giorni dalla comunicazione dell’Agenzia delle Entrate.
Nel caso in cui le compagnie elettriche non effettuino i rimborsi, sarà l’Agenzia delle Entrate a liquidarli direttamente, tramite diverse modalità di pagamento a scelta del contribuente: accredito su conto corrente bancario, in contanti presso gli sportelli delle Poste italiane, vaglia cambiario non trasferibile della Banca d’Italia. (P.B. per NL)