Cambierà l’ordine d’arrivo finale ma il risultato sarà sempre lo stesso: il mercato della tv, in Italia, anche nei prossimi anni continuerà ad essere gestito dai tre attori principali – Sky, Mediaset, Rai, che anche da qui a due anni deterranno una quota totale del 95%, lasciando il restante 5% a Telecom Italia Media e ad altre comparse, con l’editore di La7 che, però, continua a spingere sull’acceleratore, risultando l’unico con un incremento nel mercato della raccolta pubblicitaria.
A ben guardare, però, il sorpasso che Sky sta preparando su Mediaset, attuale leader con il 34% dei ricavi (circa 3 miliardi di euro) – secondo i dati It Media Consulting – è un fatto di grande interesse perché sancisce un passaggio importante: nel 2013 i ricavi televisivi determinati dalla spesa delle famiglie (canone Rai e della pay tv) supereranno quelli derivanti da investimenti di aziende in pubblicità, 5,2 contro 4 miliardi di euro. Insomma, alla faccia della crisi, gli italiani investono molto nella televisione. La crisi, però, si sente ugualmente. Sempre secondo quanto riportato da It media Consulting, infatti, il 2011 mostra per la prima volta un accenno di recessione. Gli 8,8 miliardi di euro di valore totale del mercato alla fine dell’anno, saranno leggermente inferiori rispetto ai valori dello scorso anno, anche se già dal 2012 si inizierà a registrare un leggero rialzo. Se i ricavi da abbonamento Sky rappresentano il motore del sorpasso dell’azienda su Mediaset e, soprattutto, di quello degli investimenti familiari su quelli in pubblicità, vuol dire che dopo un periodo di stagnazione di un paio d’anni la quota di abbonati ha ripreso a marciare. Questo nonostante l’avanzata del digitale terrestre che, oggi, occupa il 16% della torta ma tra due anni crescerà di un ulteriore 7%. (G.M. per NL)