Il mercato finanziario non ha mostrato di apprezzare la vendita del 7,79% da parte di Fininvest. Dopo l’annuncio della vendita da parte della società che fa capo a Silvio Berlusconi di una quota di Mediaset, il titolo ha registrato un netto calo in Borsa.
Gli analisti hanno evidentemente valutato la decisione di Fininvest di disimpegno parziale come «una scelta di asset allocation» in un momento in cui la valutazione del titolo era piuttosto alta, ipotizzando la destinazione del ricavato nel real estate (con lo stadio del Milan) o per il sostegno di Mondadori per il consolidamento del ramo libri (si parla di rilevare l’area analoga da parte di RCS), contrariamente a quanto stimato dagli operatori (che ritengono che il denaro ricevuto sarà destinato ad altre aree tv). Dopo il -6,5% di venerdi’, le quotazioni Mediaset sono arretrate di un altro 3,1%, portando il saldo provvisorio di due sedute a -9,5% circa. Un movimento amplificato anche dalla corsa del titolo negli ultimi mesi, tant’e’ che, prima della vendita da parte della holding di Berlusconi, i valori in Borsa erano ai massimi da tre anni. Secondo Akros, che indica ai clienti di "ridurre" l’esposizione, i fondamentali indicherebbero per Mediaset una valutazione di 3,7 euro per azione. Per Mediobanca Securities invece le indicazioni di un’inversione di rotta nel mercato pubblicitario arrivate da Upa e recentemente dal cfo di Mediaset Marco Giordani, unite alle speculazioni su un possibile impegno di Vivendi consigliano di scommettere ancora sul titolo. La conferma della raccomandazione "outperform" da parte degli analisti di Mediobanca e’ basata sulla fiducia nei primi segnali di recupero dell’economia italiana che potrebbero arrivare dall’inizio del secondo trimestre 2015 oltre che sulla considerazione che le attivita’ italiane di Mediaset sono trattate a deciso sconto rispetto agli altri titoli paragonabili del settore. L’operazione di Fininvest è stata, tecnicamente parlando, un "accelerated bookbuilding" per collocare i 92 milioni di azioni a un prezzo finale di 4,1 euro l’una con un incasso complessivo di 377,2 milioni. Prima dell’avvio dell’operazione e dell’annuncio, Mediaset aveva chiuso la seduta a Piazza Affari a 4,26 euro (in rialzo dell’1,48 per cento) sui massimi da un anno. Quindi il prezzo finale dell’operazione curata da Merrill Lynch e Unicredit era stato fissato poco sotto quel livello, segno che i titoli erano andati a ruba. Fininvest è passata così dall’originario 41,28 all’attuale 33,4% del gruppo di Cologno Monzese, con l’effetto di poter ancora condizionare le assemblee straordinarie. Per dirla con le parole della società, Fininvest ‘‘potrà continuare ad assicurare a Mediaset la stabilità di un azionariato di riferimento’‘. Nessun disimpegno quindi, a dispetto delle ricorrenti voci di vendita del gruppo, ma un alleggerimento consistente sì. L’obiettivo ufficiale della dismissione lo spiegava in una nota la holding che fa capo al Cavaliere: ”La liquidità che si renderà disponibile con questa operazione consentirà tra l’altro a Fininvest di proseguire nel rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale della società e di agevolare eventuali investimenti in un’ottica di diversificazione del portafoglio azionario”. Sul punto, mentre il mercato borsistico ha scommesso su investimenti in direzione diverse dalla tv, punendo il titolo, diversi osservatori sono convinti che le nuove risorse verranno dirottate verso la partita della pay tv Premium, destinata, secondo ipotesi – peraltro smentite con fermezza -, a nozze con Sky. Oltre alle partecipazioni storiche in Mondadori (50%), Mediolanum (30%), Milan e Teatro Manzoni (entrambi controllati al 100%) la società di via Paleocapa è presente con poco meno del 24% di Molmed e col 2% in Mediobanca. Ora par di capire che, accanto a nuove cessioni (in ballo c’è la vendita del 20% di Mediolanum imposta da Bankitalia), la società guidata da Marina Berlusconi potrebbe anche pensare a fare shopping. Al momento tuttavia non avrebbe dossier aperti. Il bookbuilding fa il paio con un analoga operazione realizzata a dicembre 2013 di una quota di Mediolanum. L’operazione aveva fatto bene alla casse di Fininvest: a fine di quell’anno (al quale risale l’ultimo bilancio disponibile) la posizione finanziaria netta era risultata positiva per 271 milioni. Bisogna invece tornare indietro di dieci anni per trovare un collocamento di azioni Mediaset: allora era stata ceduto il 16,7 per cento. (E.G. per NL)