Partono oggi in Russia i Mondiali di calcio 2018: 64 partite fino al 15 luglio che saranno trasmesse in chiaro sui canali Mediaset, 1.000 ore complessive di produzione, di cui 500 ore in diretta e 500 professionisti coinvolti, tra cui personalità di spicco come Javier Zanetti, Arrigo Sacchi, Ciro Ferrara, Paolo Rossi, Sandro Piccinini e molti altri.
A tal proposito, Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato del gruppo, come riporta il quotidiano Italia Oggi, ha così commentato l’evento calcistico più atteso dai tifosi di tutto il mondo: “Da un punto di vista di editore mi convinco sempre di più di quanto sia meglio un singolo evento sportivo concentrato in poche settimane, rispetto ad un evento spalmato su più tempo. Perché i diritti tv dello sport costano tantissimo e, finora, non ci ha guadagnato nessuno”.
Ovviamente, a fronte di un investimento di più di 70 milioni di euro spesi dal Biscione per i diritti tv per i Mondiali di calcio deve necessariamente far seguito un ritorno in adv non indifferente e, a tal proposito, Stefano Sala, amministratore delegato di Publitalia, spiega che “la raccolta pubblicitaria ha già superato gli 80 milioni di euro, ci sono 60 clienti pubblicitari che hanno pianificato tutte le 64 partite del Mondiale, e faremo un margine interessante per l’editore. Da adesso in poi, si parte vendendo ai clienti pubblicitari le singole partite, una ad una, e arriveranno altri investitori e altre pianificazioni. Si parla tanto dell’assenza dell’Italia a Russia 2018. Ma nelle edizioni 2010 e 2014 dei Mondiali di calcio l’Italia è uscita sempre nei gironi, ha giocato solo tre partite, e le audience dei match dell’Italia hanno rappresentato solo il 5% sul totale ascolti dei Mondiali. Inoltre, nelle precedenti edizioni dei Mondiali, gli incontri erano trasmessi in parte in chiaro dalla Rai, in parte in pay tv da Sky. Questa volta, invece, tutte le partite saranno in chiaro, con un fuso orario favorevole. E quindi sarà il Mondiale di calcio – sottolinea Sala – con le audience più alte degli ultimi anni: gli scorsi Mondiali di Rai e Sky hanno fatto 6,4 miliardi di contatti pubblicitari lordi in Italia, mentre per il nostro su Mediaset stimiamo oltre 17 miliardi di contatti lordi. Con una audience per i break pubblicitari che sarà superiore al passato del 20-35%.” Grandi aspettative quindi in casa Mediaset per questo appuntamento che, nonostante aver lasciato l’amaro in bocca agli italiani ancora prima di iniziare, terrà incollati moltissimi ai televisori di tutta la Penisola.
Guardando invece al futuro del broadcaster di Cologno Monzese, Pier Silvio Berlusconi ha le idee molto chiare e sa bene cosa fare per mantenere il suo prodotto a un livello di rilievo. Nonostante l’accordo con Vincent Bollorè e Vivendi sia saltato completamente, senza lasciare un margine di ripensamento e con cause legali in corso, per Mediaset la strada è quella di cercare e trovare intese a livello internazionale, creando per la free tv un gruppo di rilevanza mondiale, che è poi l’unica soluzione per combattere contro i colossi internazionali.
Anche per quanto concerne la televisione a pagamento, che è sui 1,5 milioni di abbonati, c’è da lavorare: “Credo che la classica pay tv con tanti canali di film, serie e sport sia un modello molto in difficoltà e che non ha futuro [non lo dica a Sky però, ndr].
Nel futuro della tv, secondo me, ci sono solo due strade: o le offerte on demand alla Netflix, alla Infinity, alla Now Tv, oppure la tv in chiaro, in diretta, calda, nazionale. Quindi, per tornare a Premium, il futuro della nostra pay tv lo abbiamo già tratteggiato all’inizio del 2017: si va verso un modello più leggero, tipo over the top. […] La pay tv di Mediaset, con cinema, serie tv e quant’altro ci sapremo inventare, andrà comunque verso i device digitali, ma con un passaggio molto graduale”. Insomma, che sia Sky o Premium, tutti corrono ai ripari per cercare una strada diversa da quella passata, che consenta di rilanciare la pay tv in una stagione dove la tradizionale pay tv non ha più ragion d’essere. (G.C. per NL)