"Wile e Coyote", così Barclays (banca internazionale britannica presente in oltre cinquanta Paesi) intitola un report appena diffuso sulle società televisive europee.
Uno screening che ha lo scopo di inquadrare il dibattito strutturale attorno al futuro della televisione in chiaro (free-to-air). Differentemente dalle azioni delle società televisive degli Stati Uniti che hanno significativamente sottoperformato nell’ultimo periodo, quelle delle società televisive europee free-to-air (la pay tv è altro discorso) trattano ancora con un premio del 58% rispetto al mercato. Ma quanto tempo ancora possono mantenere questo premio? Gli analisti di Barclays sostengono che gli Stati Uniti sono diversi dall’Europa che non sarà un "copia e incolla" di quello che è successo negli Stati Uniti. Comune a entrambi i mercati è il calo della fruizione televisiva (-11% dal picco nel caso del Regno Unito, per esempio). Gli spettatori stanno vedendo la televisione in modo diverso con l’on-demand in aumento. Le emittenti indicano i problemi di rilevamento dati come il vero colpevole di questo declino della fruizione televisiva. E’ vero che la visualizzazione su altri dispositivi (desktop/laptop, tablet e smartphone) non è stata ancora catturata, ma le prime indicazioni mostrano che il rilevamento dati spiega solo il 5-30% del calo della fruizione televisiva. Inoltre, il divario dell’età non scemerà. La fruizione da parte degli spettatori più giovani è scesa di più (-27% in Gran Bretagna dal picco per chi ha 16-24 anni di età). "Comunque il fatto che i giovani guardino meno tv non è una novità", sostengono gli analisti di Barclays, osservando anche che ITV ha registrato un aumento del prezzo della pubblicità del 92% dai minimi del 2010. "Se altri mercati vedessero lo stesso modello, non ci potrebbe essere alcun impatto sui dati finanziari fino al 2017 e il nostro report dimostra che le preoccupazioni strutturali impattano solo le azioni quando i dati finanziari vengono colpiti", precisano gli analisti di Barclays che mantengono un rating equal weight su TF1 e M6 in quanto non credono in un recupero dell’economia francese. A3Media e Mediaset Espana stanno strutturalmente meglio di quanto gli investitori credono ma gli analisti ritengono che i prezzi correnti offrano solo margini di ribasso, da qui il downgrade da equal weight a underweight con un target price rivisto da 12,75 a 10 euro per la controllata spagnola di Mediaset (+0,73% a 9,832 euro alla borsa di Madrid), mentre la casa madre resta coperta con un rating underweight e un prezzo obiettivo a 4 euro (-5,08% a 4,034 euro a Milano). "Questa è la nostra strategia preferita nel breve termine. Per ITV, coperta con un rating equal weight e un prezzo obiettivo rivisto da 270 a 250, vediamo tre potenziali fonti per un upgrade dei risultati: la pubblicità nel 2015 e nel 2016 e l’uso della cassa", continuano a Barclays. Pro7Sat1 e RTL non hanno una valutazione particolarmente interessante, da qui il downgrade per entrambi a equal weight (RTL da overweight e Pro7Sat1 da underweight). "Nel complesso, vediamo poco motivi per gli investitori con un orizzonte temporale di più lungo termine di detenere qualsiasi azioni di emittenti televisive europee. Preferiamo le agenzie e abbiamo un rating overweight su Havas, Omnicom, Publicis e WPP", concludono gli analisti di Barclays. (E.G. per NL)