Dal 2011 il canone Rai passa a 110,50 euro (1,5 euro in più). Aumento minimo, ma che secondo l’associazione Altroconsumo "stride rispetto alla qualità del servizio e ai molti problemi che hanno avuto i cittadini con il passaggio al digitale".
"L’aumento è pari al solo adeguamento con l’inflazione programmata – continua l’ente esponenziale – ma se pensiamo alla qualità del servizio della tv di stato e ai disservizi che hanno subìto i cittadini delle regioni dove c’è già stato lo switch off". Secondo Altroconsumo "la Rai non ha provveduto, come prescriveva il contratto di servizio, allo sviluppo e all’adozione di un sistema di misurazione della qualità della propria offerta di servizio pubblico radiotelevisivo (il cosiddetto Qualitel), cosa che avrebbe potuto consentito alla Rai di mantenersi su livelli qualitativi in linea con quelli previsti nella disciplina vigente. Compresa la possibilità di evitare quegli inadempimenti che hanno indotto Altroconsumo a proporre una class action. Per questo la Rai è stata anche sanzionata da Agcom. La mancata adozione del Qualitel ha impedito i relativi controlli e quindi contribuito a determinare lo scarso livello qualitativo di tali contenuti, ledendo così il diritto degli abbonati a un’offerta televisiva pubblica". L’ente portatore di interessi diffusi "ritiene che sia ancora utile nel nostro Paese l’esistenza di una tv di servizio pubblico, purché essa svolga adeguatamente tale importante mandato adempiendo correttamente agli obblighi prescritti dal contratto di servizio, nonché dal contratto di abbonamento sottoscritto con ciascuno degli abbonati Rai. Nel corso del 2010 questo non è avvenuto: unisciti anche tu alla nostra class action per salvaguardare un tuo diritto civile primario dal rango costituzionale, quale è quello a un’informazione libera, plurale e obiettiva".