Con un comunicato stampa del 7 settembre, la società italiana di raccolta statistica degli ascolti televisivi ha reso noto che il bando di gara relativo all’audience dei contenuti on line degli operatori televisivi è stato vinto da comScore, che si occuperà di fornire informazioni strategiche e analisi su cui i network da un lato e le case pubblicitarie dall’altro, possano fondare la propria attività.
La gara Audiweb per la nuova rilevazione è invece stata aggiudicata da Nielsen.
Le due società inoltre – come da Lettera di intenti del 5 aprile – collaboreranno per realizzare “Audiweb 2.0”, un programma di sviluppo che mira, tra le varie cose, a considerare l’individuo e non più l’utente come centro di interesse del proprio operato e ad avere uno sguardo più ampio che osservi anche i comportamenti tenuti sui social come Facebook e sui motori di ricerca come Google.
Il lavoro di intesa tra Nielsen e Audiweb consentirà misurazioni più dettagliate, anche concernenti – in base alle richieste del mercato – i subscription video on demand e, in generale, tutto ciò che riguarda l’out of home.
Una domanda che potrebbe sorgere spontanea è se la divisione di Auditel e Audiweb, oggi, abbia ancora senso.
Infatti, mentre prima televisione e contenuti on line non potevano non essere considerati distintamente, oggi si può parlarne come di vasi comunicanti.
“Nel momento che i network tv hanno cominciato a diffondere i propri programmi e la pubblicità nelle piattaforme digitali e nel momento in cui editori di giornali e web hanno iniziato a pensare ai video si è cominciato ad avere convergenza e su questo penso serva maggiore coordinazione fra Auditel e Audiweb”, questo è quanto sostenuto da Steve Hasker, come riportato da ItaliaOggi in un’intervista al global president di Nielsen.
Nel “puzzle dell’audience” due sono gli elementi di novità da porre in evidenza. Il primo – strettamente legato a quanto affermato da Hasker – concerne la total audience: si tratta di una nuova forma di rilevazione che considera unitamente le diverse piattaforme utilizzate, considerando quindi sia la tv tradizionale che tutto ciò che riguarda gli ascolti tramite supporti alternativi (come Smartphone, Tablet, PC e Smart Tv). Si tratta di una tecnica che produce una maggiore completezza di dati, a buon giovamento delle media company e degli investitori.
Mentre negli Stati Uniti questa nuova metodologia è già stata sperimentata, in Italia la misurazione in commento trova degli ostacoli proprio dalla divisione Auditel-Audiweb e dal fatto che le metriche vengano affidate a società differenti, di conseguenza non potrà essere sfruttata appieno.
Secondo elemento di novità è il superpanel. Per una misurazione ancora più accurata Auditel ha ampliato il campione di popolazione italiana dotato di set meter: a quello base di 5.700 famiglie (sostituito completamente nel 2016) sono state aggiunte 10.400 unità familiari, che – unitamente considerate – vanno a formare un super campione di 16.100 unità; il tutto per un significativo miglioramento della rilevazione statistica che non ha eguali a livello internazionale.
Ovviamente, sia dalla total audience che dal superpanel trae beneficio il mercato pubblicitario. Le tipologie di misurazioni richieste da quest’ultimo sono principalmente l’audience, la reach e il Roi.
Grazie a questi dati le aziende che si occupano di marketing possono indirizzare al meglio i loro investimenti. Tuttavia occorre sottolineare che se da un lato i numeri forniti sono decisivi per le case pubblicitarie, dal lato dei consumatori si tratta di dati sensibili; tranquillizza però Hasker, il quale afferma di non aver mai riscontrato alcun problema legato alla privacy.
Sarà interessante osservare l’apporto di queste due nuove componenti sui dati riguardanti abitudini e tendenze degli italiani, in un mercato che vuole essere sempre più efficace ed efficiente. (G.C. per NL)